Sicilia, Barbagallo (PD): “Parchi Archeologici, prosegue il nominificio del governo Musumeci”
PALERMO. “Ancora una volta il settore dei Beni culturali della Sicilia è lottizzato dal Governo Musumeci, che in piena campagna elettorale ha nominato i nuovi direttori dei Parchi archeologici. Ciò non avviene sulla base di una valutazione meritocratica, trasparente, dei titoli scientifici e di servizio, ma addirittura prescinde dallo stesso possesso dei requisiti professionali richiesti dalle leggi regionali e nazionali”. Così il deputato e segretario regionale del PD Sicilia Anthony Barbagallo, che sull'argomento ha presentato un atto ispettivo all'ARS, dopo che il 15 giugno scorso con decreto assessoriale sono stati nominati i nuovi direttori dei Parchi Archeologici. Tra questi, solo due sono archeologi (Naxos e Lentini), la gran parte sono architetti ma ci sono anche 2 geologi (Siracusa e Catania) e un agronomo (Selinunte). Ma c'è anche chi è stato dirigente del dirigente del Centro per l'Impiego di Trapani, con una lunga carriera nei Consorzi di Bonifica e non ha mai svolto servizio nell'assessorato dei Beni culturali, come del resto, i nuovi direttori del Parco di Catania e del Parco di Himera. “Ma ci sono anche profili di illegittimità – prosegue Barbagallo – rispetto alle legge regionale 20 del 2000, che ha istituito il sistema dei parchi archeologici siciliani, che prevede che “l'incarico di direttore del parco è conferito a tempo determinato dall'assessore.. a un dirigente tecnico in servizio presso l'assessorato regionale dei beni culturali. Ad aggravare il tutto il decreto n° 9/2022 firmato da Musumeci che – aggiunge Barbagallo – ha soppresso la distinzione disciplinare delle sezioni tecnico-scientifiche e dei rispettivi direttori che hanno la competenza di emanare gli atti di tutela relativi: l'archeologo per i beni archeologici, lo storico dell'arte per quelli storico-artistico e via di seguito. Di fatto, facendo prevalere un atto amministrativo su una norma legislativa il Governo regionale trasforma i Parchi archeologici siciliani da organi di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico in megaservizi burocratici che dovrebbero gestire le aree archeologiche e i musei provinciali”.