Palermo, nuovo attacco della SES al Giornale di Sicilia: i giornalisti rispondono con 10 giorni di sciopero
PALERMO. Dopo l'eliminazione dei collaboratori, anche quelli storici, i pesantissimi tagli agli stipendi e una raffica di licenziamenti, ben 13, adesso la SES, Società Editrice Siciliana, che a Messina edita la Gazzetta del Sud e che nel 2017 diventò l'azionista di maggioranza del giornale fondato il 7 giugno 1860 da Girolamo Ardizzone, punta a tagliare l'edizione del lunedì. La più amata dagli appassionati di sport. Una scelta inaccettabile, alla quale il Comitato di redazione e i giornalisti che ancora hanno un lavoro in uno dei quotidiani più antichi d'Italia, hanno risposto programmando 10 giornate di sciopero. Immediata la solidarietà dell'Associazione Siciliana della Stampa e della Sezione di Palermo. “La crisi della carta stampata è sotto gli occhi di tutti -scrivono. Ma il processo di riduzione dell'offerta non può essere l'unica risposta. L'abbattimento dei costi del personale giornalistico rischia di innescare una spirale che impoverisce la Sicilia dell'informazione. Auspichiamo che Editore e Comitato di redazione trovino una mediazione opportuna per salvare l'equilibrio economico dell'azienda, che non si può pensare di raggiungere riducendo pesantemente le retribuzioni”. Il timore, ovviamente, visto che la proprietà è la stessa, è che quella di Palermo sia una sorta di prova generale e che poi tocchi alla Gazzetta del Sud di Messina. Di seguito, il toccante appello del Comitato di redazione del Giornale di Sicilia.
“Ci risiamo. L'azienda torna a battere cassa sulla pelle delle nostre famiglie. Nei venti mesi appena trascorsi la redazione del Giornale di Sicilia, con senso di responsabilità, ha accolto pesanti tagli di retribuzione e di organico (13 giornalisti in meno) per consentire di ammortizzare gli effetti della crisi. Ma l'azienda in queste settimane ha ricominciato a chiedere nuovi sacrifici, impossibili da sostenere perché impoverirebbero clamorosamente il giornale e imporrebbero riduzioni di stipendio enormi. E pensare che noi dopo anni di tagli inesorabili ci saremmo finalmente aspettati un piano di rilancio, una qualche forma di investimento per potenziare la presenza sul territorio e magari incrementare le vendite sia cartacee che digitali.
Non si è avuto nemmeno il senso dell'opportunità e il tatto di evitare di entrare a piedi uniti contro la redazione nelle giornate in cui stiamo facendo il massimo dello sforzo per coprire avvenimenti di portata storica come la morte di Biagio Conte e l'arresto del superboss, Matteo Messina Denaro. I lettori sappiano che ogni giorno il quotidiano va in edicola per il grande impegno e senso di responsabilità di uno sparuto numero di redattori e dei collaboratori che svolgono un lavoro insostituibile: un vero miracolo. Ebbene, la direzione e l'editore hanno presentato un piano che vorrebbe ridurre ancora la presenza dei giornalisti in organico e addirittura eliminare l'edizione del lunedì, privando sostanzialmente i lettori di un appuntamento che dura da decenni e rappresenta un punto di riferimento soprattutto per gli appassionati delle cronache sportive. Diciamo le cose come stanno: un progetto irresponsabile, contro il quale questa redazione lotterà con tutte le sue forze a tutela di un giornale che è patrimonio dei lettori da 163 anni. Per questo anche mettere sul mercato la testata a questo punto diventa un'opzione che l'editore deve mettere sul piatto. Noi abbiamo iniziato una serie di iniziative di lotta corroborati dall'assemblea di redazione che ha affidato al sindacato 10 giorni di sciopero. Speriamo che la parte datoriale faccia un passo indietro e ragioni sullo sviluppo del giornale e non più di tagli”.