Natale Munaò: “I miei 20 anni con il Messina”
Da Emanuele Aliotta a Pietro Franza, da Lello Manfredi a Pietro Lo Monaco. Natale Munaò è stato la voce del calcio a Messina per quasi vent'anni. L'ACR ha però ufficializzato la separazione con lo speaker tanto amato dalla tifoseria e che ha accompagnato intere generazioni di tifosi prima al Celeste e poi al San Filippo.
Con lui, che da dipendente statale non percepisce lo stipendio da tre anni, abbiamo ripercorso i momenti più belli della sua carriera, coincisi con le migliori annate della Peloro, dell'FC e dell'ACR Messina.
Partiamo da lontano. Quando e come è diventato speaker dei giallorossi? “Sono arrivato insieme al presidente Emanuele Aliotta e grazie all'addetto stampa dell'epoca, un giovanissimo Salvatore De Maria, mio collega a RTP. Quando chiesero la mia disponibilità come speaker, ricordo le mie insicurezze: non mi sentivo pronto, volevo continuare a fare il tifoso. Dalla curva passai alla tribuna. Poi il resto è storia nota”.
Qual è il suo ricordo più bello al fianco del Messina? “Senza dubbio la promozione del Messina in serie A. Avevo i brividi quella notte al Celeste. Peccato abbia dovuto raccontare anche le retrocessioni. Ma dopo gli anni bui adesso è tornata a risplendere la luce grazie alla tenacia di Manfredi e Di Bartolo e agli sforzi del patron Lo Monaco”.
Presidenti ne ha conosciuti tanti. Quale le ha dato di più? “Emanuele Aliotta su tutti. Prima di essere presidente, Aliotta era una persona di famiglia. Viveva al tuo fianco le emozioni, senza nascondersi. Era simpaticissimo. Ricorderanno tutti quando veniva in tribuna al Celeste e, prima della partita, gridava: “Oggi am'avvinciri!”. Con i Franza e i Lo Monaco ho sempre avuto un rapporto cordiale”.
Ha visto passare anche tanti calciatori. Con chi è ancora in contatto? “Ho sempre cercato di defilarmi dall'ambiente dei calciatori, cercare di non essere invadente. Però devo dire che con alcuni si è creato un ottimo rapporto. Sento spesso Alessandro Parisi, Carmine Coppola, Salvatore Cocuzza, Giorgio Corona, Riccardo Zampagna, Arturo Di Napoli ed Enrico Buonocore. E questi sono gli stessi calciatori per cui mi sono emozionato nell'annunciare i loro gol e sentire la curva esplodere”.
Quante telefonate da quando ha annunciato su Facebook che non sarebbe più stato lo speaker giallorosso? “Ho ricevuto decine di messaggi e telefonate. Alcune anche inaspettate. Molti tifosi mi hanno raccontato i loro ricordi con la mia voce in sottofondo. Una delle chiamate che mi ha fatto più piacere è stata quella di Lello Manfredi, che ha espresso attestati di stima nei miei confronti, soprattutto per quanto fatto sotto la sua gestione e per gli anni trascorsi insieme in serie A”.
Da quest'anno la sua voce non accompagnerà più i tifosi al San Filippo. “Nessuna polemica, ma preferisco non entrare nel merito. Mi sarei solo aspettato un trattamento diverso. Mi dispiace non far più parte del Messina, ma, lo ripeto, esco di scena in punta di piedi così come quando sono arrivato. Al mio successore, come ho già avuto modo di fare privatamente, auguro di divertirsi almeno quanto mi son divertito io al fianco del Messina. Cercherò di essere sempre presente al San Filippo. Tornerò in curva a occupare il mio posto. Lì dove sono cresciuto, in mezzo alla gente che mi ha voluto bene”.