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“Quanto accaduto non si era mai verificato nella storia dell'università, è uno scandalo che rischia di penalizzarci tutti nelle graduatorie nazionali”. A parlare è Franco (nome di fantasia), uno dei 155 laureati in Medicina che ieri avrebbe dovuto sostenere l'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione medica. Ma il MIUR non ha inviato i test a Messina e adesso la prova è “rinviata a data da destinarsi”.
Franco, insieme ai suoi colleghi, raggiunge il padiglione F del Policlinico di Messina, sede preposta per l'esame, già alle 6.30 del mattino, con largo anticipo sull'orario d'inizio previsto. L'ansia è tanta, le ore di sonno poche. Tra i ragazzi, anche chi è tornato a Messina per l'occasione da Inghilterra, Svizzera, Germania e dal nord Italia.
La data dell'esame, infatti, era stata stabilita a luglio proprio per consentire ai partecipanti di organizzarsi per tempo. E questa di febbraio sarebbe dovuta essere la prima sessione utile per i laureati in Medicina tra luglio e dicembre 2015.
Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, i ragazzi lo intuiscono subito. “Mentre in tutta Italia gli esami erano già iniziati -racconta Franco- a Messina mancavano 30 plichi per altrettanti studenti (125 su 155). Uno dei membri della commissione proveniente da Bologna, aveva portato con sé i plichi del Cineca, ma per un errore di trascrizione tra l'Università di Messina e il MIUR, trenta aspiranti medici erano impossibilitati a sostenere esami“.
La vergogna non finisce qui. I ragazzi, già sotto stress, attendono l'evolversi della situazione tra incredulità, sorrisi di nervosismo e l'allarme antincendio che scatta per trenta minuti (tra le 12.30 e le 13) con più di 160 persone bloccate in aula. Alle 13.30 i colleghi catanesi chiamano quelli di Messina per scambiare pareri sulla difficoltà dell'esame appena concluso, inconsapevoli di quanto stia avvenendo a 70 chilometri di distanza.
“Soltanto alle 14.42 – prosegue Franco – abbiamo avuto la notizia ufficiale che gli esami non si sarebbero svolti con una email del MIUR che la commissione ha letto nell'Aula Magna. Abbiamo dovuto attendere quasi 7 ore per conoscere il nostro destino, nonostante la commissione avesse avvisato il MIUR del clamoroso errore già alle 8 del mattino. Abbiamo lasciato il Policlinico soltanto due ore dopo, in seguito a un lungo confronto con i membri della commissione per capire quale sarebbe potuto essere il nostro destino”.
“Esame rinviato a data da destinarsi” riportava l'email del MIUR. Email che non fa dormire sonni tranquilli agli aspiranti medici. “Sappiamo che il nostro compito sarà differente da quello dei nostri colleghi -dice Silvia (nome di fantasia), anche lei tra i 155 del Policlinico- ma non possiamo programmare i nostri impegni di studio o di
lavoro perché gli esami potrebbero essere da un momento all'altro.
Per gente che viaggia, è improponibile: so che molti faranno causa e chiederanno rimborsi per quanto accaduto. E a nessuno interessa se per la preparazione all'esame, molti di noi hanno frequentato corsi pagando dai 2 ai 6 mila euro. Soldi che credevamo di poter recuperare in fretta presentando richieste di lavoro presso le guardie mediche”.
Le possibilità per gli studenti di Messina sono due per non essere discriminati nei confronti dei colleghi di tutta Italia: “O slittano le graduatorie per tutta Italia e ritardano la correzione di tutti gli esami o l'esame saltato oggi dovrà svolgersi prima di marzo, per non includere anche i nuovi laureati della sessione primaverile“, conclude Franco.
E non è finita qui.
In mancanza dell'abilitazione come medico, non è possibile partecipare al concorso di specializzazione nazionale (il prossimo dovrebbe essere tra luglio e settembre), obiettivo primario della maggior parte dei laureati in Medicina.
Gli studenti delle altre sedi italiane, infine, se dovessero essere a loro volta penalizzati nella graduatoria nazionale in seguito ai fatti di Messina, potrebbero anche presentare ricorso. Una storia che ha ancora tanto da raccontare. Una vergogna tutta italiana.