#Messina. A ciascuno il proprio delirio. Qual è il vostro?
Il Dizionario della Lingua della Treccani definisce così la voce delirio: disturbo dell'interpretazione della realtà.
Il termine delirio, dal latino delirare, (uscire dal solco, lira, appunto), indica uno stato di alterazione psichica, riscontrabile in diverse psicopatie e consistente nell'attribuzione acritica di significati abnormi e privi di ogni nesso con la realtà a percezioni sensoriali, ricordi e idee.
Propria delle esperienze deliranti è la loro incorreggibilità, attribuibile a una profonda trasformazione della psiche e della personalità del malato, che imprime a questi fenomeni una tale evidenza di certezza da renderli impermeabili a qualsiasi critica e persuasione contraria.
Impermeabile a qualsiasi critica o persuasione contraria, il delirio si manifesta differentemente a seconda che la sindrome sia acuta o cronica. Nella prima tende a essere caotico e mutevole, nella seconda a strutturarsi in un sistema vagamente coerente.
Sulla base del contenuto, sono distinti in:delirio di persecuzione (che si manifesta nella tendenza ad avvertire una intenzionale ostilità in avvenimenti che in realtà non hanno tale significato), delirio di grandezza (con idee di esaltazione delle proprie qualità psichiche e fisiche), delirio di trasformazione, che può essere riferito alle singole persone, alla natura o all'intero cosmo, delirio mistico, delirio passionale (la passione di base ha una struttura essenzialmente immaginaria, anche se inserita in una situazione reale).
Il delirio può essere appannaggio di qualsiasi varietà di psicosi, ma nella paranoia costituisce l'essenza stessa della malattia e ha carattere di particolare sistematicità. Meditate gente, meditate! Buon lunedì dall'albero.