Le novità della legge contro il femminicidio e i diritti delle donne

Carmen Currò, Cedav Messina

Erano in tanti ad affollare la sede della Corte d'Appello in occasione dell'incontro-dibattito sulla legge contro il femminicidio, presieduto dalla presidente del Centro Donne Antiviolenza di Messina Carmen Currò.

Obiettivo dell'incontro, a poco più di un mese dall'approvazione della nuova legge da parte del Governo Letta, favorire l'informazione e stimolare il dibattito sull'argomento.

I presenti sono stati guidati verso una conoscenza più dettagliata della materia legislativa a tutela delle violenze di genere grazie agli interventi di Giovanna Fava, presidente del Forum Donne Giuriste, seguita dal Sostituto Procuratore Antonella Fradà e dal vice Questore aggiunto Rosalba Stramandino.

Le tre relatrici hanno messo in luce gli aspetti più rilevanti del nuovo testo di legge, che prevede pene e misure cautelari più dure rispetto al passato.

Ad esempio, oggi il reato è riconosciuto come tale anche tra persone legate da semplice relazione affettiva, non necessariamente sancita dal matrimonio o anche conseguente ad un divorzio. Esistono aggravanti specifiche per violenze commesse in presenza di minori o contro le donne incinte ed è stato introdotto l'arresto in flagranza obbligatorio per i casi di maltrattamenti in famiglia e di stalking.

Inoltre, per tutelare le donne dal rischio di intimidazioni post denuncia, si è deciso di rendere irrevocabili solo le querele per minacce gravi (come quelle che coinvolgono l'utilizzo di armi), mentre per i casi più leggeri è garantita la possibilità di revoca.

Per amore della completezza, il dibattito non ha mancato di soffermarsi anche sulle possibili criticità nell'effettiva applicazione della legge, che in alcuni punti sembra contrastare con normative già esistenti legate a reati simili.

Di enorme interesse, infine, l'illustrazione dell'articolo 5 del nuovo testo di legge, non a caso denominato Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. L'articolo prevede lo stanziamento di fondi per l'esecuzione di un piano antiviolenza a livello nazionale, attraverso un ventaglio di attività che spazia dall'inserimento di campagne di informazione e sensibilizzazione all'interno dei curricula scolastici ai corsi di formazione specializzati per gli operatori del settore.

Attività queste, che coinvolgono da vicino organizzazioni come il Cedav di Messina, che da più di vent'anni si occupa instancabilmente della lotta per la tutela dei diritti delle donne.

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