I sette peccati capitali, l’accidia

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L'accidia, dipinto di Mario Donizetti

Accidia, inerzia, indolenza… Difficilmente ci si sofferma su quanto banale possa essere la coscienza umana. Per averne conferma basta fare un giro per Messina il giovedì o il venerdì sera. È interessante vedere e soprattutto capire quali siano i pensieri e lo stile di vita del messinese medio. Ma andiamo per ordine.

Si presuppone, ma non lo diamo per certo, che escludendo gli adolescenti, i giovani dai 20 ai 30 studino (i fuori corso a Messina sono un'istituzione) o lavorino.

Dando questo come un dato dal quale partire è proprio su questi ultimi che la nostra attenzione si focalizza, esaminando in particolare una professione che va tantissimo: il proprietario di locale. 

Messina, ridente città marina, ospita più di 30 locali nei quali è possibile passare delle serate all'insegna di happy hour e balletti vari.

Il tardo adolescente mai cresciuto ma con il portafogli ben rimpinguato da papuccio e indeciso sul proprio futuro ha due possibilità: fare il disoccupato di lusso e aspettare non si sa bene cosa oppure aprire un locale. Dando un'occhiata in giro, una delle cose che colpisce di più è  che adesso a gestire questo tipo di attività siano proprio ragazzi senza prospettive. E questo non per mancanza di intelligenza o furbizia ma perché fare l'organizzatore o avere, e si sottolinea avere, un locale fa tanto figo. Sì, deve essere proprio figo o forse si pensa che sia comodo fare questo lavoro. La cosa davvero preoccupante invece, è che queste persone incarnano perfettamente la figura classica dell'accidioso. Colui cioè che indugia voluttuosamente nell'ozio e nell'errore. Sa quali sono i suoi impegni, ma pur di non assolverli ne ridimensiona la portata, autoconvincendosi che si tratti di piccolezze e che rimandarle non comporti conseguenze gravi. Siamo troppo cattivi? Il fatto che troppo spesso questi locali aperti con i soldi di papà durino meno di un anno e poi passino di proprietario in proprietario conferma però quello che diciamo.

Parte la giostra del week-end. Da venerdì pomeriggio scatta la caccia al divertimento da raggiungere a tutti i costi.

Il romanzo "Rubè" di Borgese

Il figo-accidioso si circonda ovviamente di fighe-accidiose con le quali sta per ore stravaccato sui divani dei locali, a parlare di nulla, regalando episodi di “vita vissuta” che alle orecchie e agli occhi totalmente annebbiati delle poverette sembrano vissuti politicamente e storicamente interessantissimi. Appoggiando la dolce manina sinistra sul vigoroso braccio dell'inetto, la delicata manina sinistra all'altezza del petto e curvandosi leggermente come in un accenno di tuca-tuca, le squinziette ridono sguaiatamente nel disperato tentativo di far notare nel raggio di una decina di metri quanto si stanno divertendo.

Non è polemica, è triste realtà. Il ragazzo della cosiddetta Messina-bene è quello che Dostoevskij descrive “poeticamente” ne “L'idiota”, ovvero un nobile decaduto la cui idiozia consiste in un'assoluta mancanza di volontà ed in una fede assoluta negli altri.

Guardandoli la domanda è inevitabile: “Quali sono gli ideali di questi giovani? Gli aperitivi o il futuro? E questi giovani uomini che spesso di giorno sono totalmente sottomessi dal datore di lavoro, che può anche essere un genitore, come mai la sera non si preoccupano di cosa possa pensare chi il giorno dopo li vedrà  di nuovo dietro una scrivania?

Negli anni Sessanta ci fu una romana che pagò un famoso public relations man per farsi introdurre nell'aristocrazia. Se questa figura esistesse ancora, molto probabilmente a Messina spopolerebbe. L'atteggiamento “tu non sai chi sono io” passeggia di pari passo con l'inettitudine, soprattutto quando di giorno il cretino è totalmente sottomesso ai vari voleri familiari, politici, gerarchici.

Insomma, l'accidia è sì un vizio capitale, ma è anche un vizietto tutto siciliano.

Non a caso, ha ispirato molti scrittori e poeti. Ricordate “Rubè” di Borgese? Racconta di un giovane siciliano laureato in legge (facoltà con un alto tasso di iscrizioni e con una bassa media di riuscita, almeno a Messina) che si getta nella baruffa metropolitana con una grande voglia di autocelebrazione. Ambizione però mai soddisfatta. Un uomo, ed ecco che torna in mente il nostro figo buddace in azione, dalla vita travagliata, frustrato dalle passioni e dagli obiettivi mai raggiunti. Rubè è un fallito perché non mai raggiunto neanche uno degli obiettivi nei quali credeva. Rubè è un accidioso perché non ha mai veramente creduto in ciò in cui dichiarava di credere, perché non ha mai lottato realmente per un ideale, dimenticando che gli obiettivi che ci diamo dovrebbero essere specifici, realisti e misurabili. D'altronde, come diceva Einstein in tempi e luoghi non sospetti, “la perfezione dei mezzi e la confusione negli obiettivi caratterizzano la nostra epoca”.

Gea Nuccio

Torna a Sicilians dopo una giustificata assenza di 5 anni. Anni che avrebbe fermamente voluto dedicare all'esclusiva cura delle sue passioni: nutrirsi di solo sushi e alette di pollo a giorni alterni, fontane di buon bianco ghiacciato, dormire fino a tardi, costruire un eliporto sul terrazzo di casa in cui fare atterrare Mr Grey per andare a sentire e vedere La Traviata senza fare la fila in autostrada. Purtroppo, nulla di tutto ciò si è realizzato e così eccola di nuovo con noi.

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