Emergenza coronavirus, nuovi contagi: rispetto a ieri Messina registra un + 45%
MESSINA. Tra il 16 e il 17 marzo la media nazionale dell’incremento dei contagi da coronavirus è stata del 12,6%. In Sicilia si sono registrate cifre leggermente più basse: 11, 27%. Uniche eccezioni Enna (60%) e Messina (45%). La città con più casi è Catania (108), seguita da Palermo (40). Nel giro di un solo giorno Messina è passata da 11 a 16 casi, che sembrano tuttavia pochi rispetto alla popolazione residente della terza provincia siciliana. Sarebbe utile analizzare il numero delle autodenunce di rientro e quarantena con i dati ripartiti per provincia e con il numero di tamponi effettuati. Basandoci sull’analisi di dati reali, le nostre previsioni sono sempre state azzeccate, in quanto applicando il tasso di letalità su scala mondiale all’Italia è evidente che il denominatore (n° di casi totali nel nostro Paese) è troppo basso. Fatto questo, che produce il dato non corretto di una mortalità del 7% in Italia a fronte di un 3% medio tra Cina e Iran, mentre il dato corretto per i casi italiano dovrebbe essere tra il 2,5 e il 3%. Applicando questi numeri alla Sicilia e tenendo conto del valore basso di morti quando si sono via, via serrate le misure di contenimento dell’epidemia, si può prevedere che i 400 posti di terapia intensiva in Sicilia saranno sufficienti fino al raggiungimento di una quota di 3.000 contagi. Questo dato può essere evitato se nessuno ostacolerà più le iniziative delle
A livello nazionale, la crescita dei casi totali di coronavirus era prevedibile e di tutta evidenza dall’analisi della crescita dei casi cinesi nella regione di Hubei e nell’intera Cina fin dall’esplosione dei primi due focolai nella bassa Lombardia e nel Padovano. I numeri sono implacabili. L’Italia ha inspiegabilmente tardato nel prendere le misure indispensabili a contenere il numero dei contagi e, di conseguenza, le morti. Ricordiamo che fino all’6 marzo, a eccezione di poche decine di migliaia di abitanti di Codogno e di Vo Euganeo tutti gli italiani erano liberi di muoversi nel pieno della legittimità su tutto il territorio italiano. Dall’8 marzo la zona rossa è stata estesa a tutta l’Italia. Tra il 22 febbraio e la notte dell’8 marzo, centinaia di migliaia di italiani hanno viaggiato per lavoro, per andare in vacanza o per motivi personali e sono rientrati in fretta e furia nelle regioni del Sud. Messina non fa eccezione e con la drastica riduzione dei voli è ritornata a essere porta della Sicilia.