Coronavirus, Terme Vigliatore: il dramma di una donna indicata come l’untrice del paese
MESSINA. Alla paura per la malattia si unisce il dolore dell'essere additata da tutto il paese come l'untrice che ha contagiato l'intera famiglia, parenti compresi, con il coronavirus. Quando parliamo al telefono ha la voce spezzata Francesca Pirri. Vive a Terme Vigliatore e l'8 aprile scorso si è recata al Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto perché non si sentiva bene. Il risultato del test del coronavirus è positivo, ma visto che le sue condizioni non destano preoccupazione, in ospedale le dicono di porsi in autoisolamento domiciliare. “Mi hanno fatto firmare il foglio delle dimissioni volontarie -spiega la signora Pirri- ma sono stati loro a dirmi di andare a casa, non l'ho chiesto io. Poco dopo si è sparsa la voce in paese che pur essendo malata mi ero rifiutata di restare al Cutroni Zodda e a quel punto non ho avuto più pace.
Mi accusano di avere infettato tutti i miei parenti anche se ancora i risultati dei tamponi non li hanno dati, ho parlato anche questa mattina con la dottoressa che li sta lavorando. Dicono che a portare il virus è stato mio figlio che vive a Roma, ma io non lo vedo da dicembre. Sono distrutta. Mi creda, fa più male la cattiveria delle persone che non la paura della malattia. Come l'ho contratta io avrebbe potuto prenderla chiunque altro, davvero non capisco perché si stanno comportando così. Io non ce la faccio più, ma perché fanno così? Adesso basta però. Mi stanno facendo soffrire moltissimo e ho deciso di procedere legalmente con chi mi insulta e denigra, mettendo in giro voci false su di me e sulla mia famiglia”. Gli appassionati della maldicenza a tutti costi sono avvisati: la diffamazione è un reato e chi è colpevole pagherà le conseguenze della propria stupida e gratuita cattiveria.
Aggiornamento 13 aprile 2020 ore 17.22
Dal dott. Paolo Calabrò, dirigente responsabile Pronto Soccorso COVID-19 dell'ospedale Cutroni Zodda riceviamo e pubblichiamo: “Dott. Elisabetta Raffa, mi preme precisare , in riferimento a quanto pubblicato sul giornale on line “Sicilians .it”, che non risponde al vero che alla paziente, risultata affetta da covid 19 , è stato “ fatto firmare il foglio delle dimissioni volontarie…” così come non risponde al vero “ sono stati loro a dirmi di andare a casa…”. La paziente è stata invitata dal medico di guardia a rimanere durante la notte nei locali di Pronto Soccorso
per essere ricoverata la mattina successiva in malattie infettive, dove si sarebbe liberato un posto letto.
E' stata la stessa paziente a decidere di rifiutare il ricovero in considerazione delle sue buone condizioni
generali, firmando coscientemente di rifiutare il ricovero proposto dal medico di guardia, il quale dinanzi
alla decisione presa, ha raccomandato un rigido isolamento domiciliare, come da protocollo, e di mettersi
in contatto con il proprio medico curante. Ciò per ristabilire in termini di verità quanto si è verificato. Con la preghiera di rettifica”.