La Procura a Messinambiente e per la Dusty si va in Tribunale
Bliz della Procura a Messinambiente. A gennaio i dipendenti della società si sono fermati per protestare contro la mancanza di sicurezza dopo un incidente sul lavoro di un collega e adesso a Palazzo Piacentini vogliono vederci chiaro. Nessuno commenta, ma la tensione aumenta tra i lavoratori, anche perché proprio un paio di giorni fa la direzione generale del Policlinico ha scritto al Prefetto denunciando l'interruzione di pubblico servizio.
“Come se non sapessero che la raccolta si è fermata perché i mezzi erano senza gasolio -commenta Clara Crocè, segretario generale della fp Cgil di Messina. Diciamo che si sono voluti mettere al riparo da eventuali contestazioni, ma qui i problemi veri sono altri: i due mesi di stipendio arretrati e il futuro della partecipata”.
Futuro che è tutt'altro che roseo, visto che dei 400 mila euro del mandato di pagamento firmato venerdì scorso che il Comune avrebbe dovuto girare all'ATO 3 per l'acquisto del carburante non c'è ancora traccia. Da sabato scorso si va avanti grazie al credito concesso da un fornitore di gasolio, ma questa soluzione dettata dall'emergenza non potrà durare ancora a lungo.
Ma ad essere in crisi è tutto il sistema della raccolta rifiuti, che registra enormi problemi anche in provincia. La vertenza Dusty ormai è arrivata in tribunale. I Comuni di Roccavaldina e Manforte San Giorgio non pagano la società, che ha in appalto la raccolta rifiuti nei territori di competenza dell'ATO ME 2 ed hanno affidato il servizio alle ditte Caruter e Siculcoop.
Da qui la decisione della FP Cgil e dei lavoratori di chiedere l'intervento della magistratura. Ieri mattina il segretario generale della FP Cgil Clara Crocè ha consegnato un esposto al presidente del Tribunale di Barcellona per chiedere di accertare “eventuali responsabilità al fine di mettere fine ad una vertenza che ormai si trascina da mesi, a tutela dei lavoratori, delle loro famiglie e dei cittadini”. Vertenza che, è bene ricordarlo, non riguarda soltanto i due piccoli centri ma la maggior parte dei Comuni della zona tirrenico-nebroidea.
A causa del mancato pagamento del servizio da parte delle amministrazioni locali e dell'ATO 2, che hanno già maturato un debito di 9 milioni di euro nei confronti dell'impresa, i 244 lavoratori della Dusty sono senza stipendio da gennaio. In 10 mesi hanno avuto solo due mesi ma solo perché è intervenuta direttamente la Regione.
Fatto questo, determinato dal pignoramento per 4 milioni di euro della ditta Caruter nei confronti dell'ATO ME 2 a causa del mancato pagamento dei servizi svolti.
Numerosi gli incontri con il sindacato, durante i quali i vertici della Dusty hanno confermato l'avvio della procedura di mobilità. La società deve far fronte ad un debito di 9 milioni di euro maturato nei confronti dell'ATO 2 e dei Comuni che non hanno voluto siglare rapporti diretti con la Dusty. Passaggio quest'ultimo, già effettuato dalle amministrazioni di Barcellona, Milazzo, Patti, Gioiosa Marea e Terme Vigliatore che ha risolto il problema del passaggio intermedio con l'ATO 2.
Peraltro, il 30 luglio scorso la Dusty ha diffidato i sindaci del comprensorio d'ambito dell'ATO 2 intimando loro di sanare la morosità e di rinegoziare il contratto di appalto, anche utilizzando la clausola del subentro nel rapporto stesso da parte dei sindaci. La società aveva dato come termine ultimo il 20 settembre per definire la questione, ma nessuno degli amministratori chiamati in causa ha risposto.
“A questo punto -denunciano Clara Crocè ed il segretario provinciale Carmelo Pino nell'esposto presentato al presidente del Tribunale di Barcellona- la Dusty non ha potuto far altro che confermare il licenziamento dei 244 lavoratori. Nei giorni scorsi si è tenuta una nuova riunione con i vertici dell'ATO ME 2, la ditta Dusty ed i sindacati. Una riunione convocata per obbligare i Comuni che non pagano a versare quanto dovuto, durante la quale, stante la morosità dei sindaci, la società ha ribadito la riduzione del personale e che il servizio sarà mantenuto soltanto per quei Comuni che hanno sottoscritto il contratto di subentro. In questo modo però, si coprirà solo il 50% della popolazione di competenza dell'ATO ME 2. I lavoratori già con le lettere di licenziamento in tasca e da sette mesi sono senza stipendio, in segno di protesta hanno deciso di astenersi dal lavoro. Sono disperati e non sono ormai più in condizione di assicurare il minimo di sussistenza alle loro famiglie. Ma alcuni sindaci -prosegue la Crocè nell'esposto- secondo quanto riferito dai lavoratori invece di pagare quanto dovuto per la raccolta dei rifiuti, hanno affidato il servizio a ditte esterne. Ci riferiamo in particolare ai sindaci dei Comuni di Roccavaldina e di Monforte San Giorgio che rispettivamente hanno affidato con ordinanza il servizio alle ditte Caruter e Siculcoop. Ciò ha determinato una grave tensione sociale, tra i lavoratori che ormai sono divenuti l'anello debole della catena”.