Si va dai 4mila metri quadrati all'interno del Parco Archeologico di Agrigento venduto per 10.600 euro a un albergo che ha persino realizzato una stradina di collegamento sotto il naso della Soprintendenza, al terreno sul mare a Stromboli ceduto a un hotel per 38.505 euro, fino ai tre appezzamenti a Porto Empedocle sul lungomare Nettuno, dove negli anni sono state costruite numerose villette su demanio pubblico, ceduti rispettivamente a 12.223,35 euro, 33.352,96 euro e 51.666,73 euro. Da sottolineare che sugli ultimi due insistono anche due case preesistenti.
A sconcertare, non solo la reazione del soprintendente ai Beni Archeologici di Agrigento Caterina Greco (che alla iena Luigi Pelazza sa solo dire quanto le piace il programma e che la Soprintendenza non c'entra nulla, andandosene e lasciandola in tronco), ma anche quella della dirigente regionale Dania Ciaceri e del direttore dell'Assessorato all'Economia Giovanni Bologna.
Se quest'ultimo di fronte all'evidenza dei fatti tira fuori l'asso nella manica di essersi insediato da un mese e mezzo e promettendo in futuro di fare il bravo, la Ciaceri prima prende una cantonata affermando che “è possibile la trattativa privata fino a 400mila euro e poi si va ad asta pubblica” ed è immediatamente smentita da Pelazza e poi, quando le si fa notare che pur avendo firmato lei i documenti della vendita non ha ancora ammesso di essersi sbagliata dichiara sinceramente stupita che le si possa chiedere una cosa del genere: “E come faccio a dire che ho sbagliato? Ma sta scherzando? Diciamo che è una procedura che può essere migliorata”.