Libri. Le tre identità di Flavio Mitridate, il cabalista siciliano

 

Flavio Mitridate SiciliansPALERMO. Una scrittrice di comprovato talento come Licia Cardillo Di Prima e una storica di chiara fama, Angela Scandaliato, si muovono in questo testo che si potrebbe definire una biografia, un saggio storico ma anche un romanzo di , alla ricerca di un personaggio enigmatico: Flavio Mitridate, l'homo trilinguis, dalle tre identità sovrapposte ma inscindibili. La vicenda si svolge nel tardo Quattrocento e ha inizio a Caltabellotta (Giv'at-Lot) dove scuole di copisti e di traduttori erano molto diffuse. Semu ‘el Bulfarag nasce là nel 1445 da genitori ebrei (Nissim Abu'el Farag o Bulfarachio, matematico, astrologo e cabbalista, ed Ester o Stella). Il bimbo cresce e si alimenta della cultura del padre, raggiungendo ben presto un elevato grado di sapere. Chiuso in un mondo di silenzio, comincia a scrivere correttamente e solamente all'età di dodici anni, all'improvviso, parlerà in modo corretto e fluente, meravigliando tutti. Già compaiono i segni del genio che si tradurranno in scelte di vita avventurose, tortuose e fuori dalla norma. Trae dai libri il possesso della conoscenza come dono supremo, ma un'ambizione sfrenata lo porta a percorrere sentieri tenebrosi per sondare il mistero della creazione quasi  per assorbire l'entità divina.

La sua umanità s'inebria. Egli sa leggere ciò che è arcano, conosce le segrete leggi che tengono uniti gli elementi, ricerca il percorso della vita negli astri. Interpreta il futuro incrociando le lettere e i numeri, conosce la geomanzia. I suoi istinti lo conducono per un itinerario scosceso, fatto di tenebre e di luce. Ama intensamente e l'amore si trasforma spesso in violenza e sadismo. Le sue prime esperienze omosessuali sono quasi parche. Non sarà così dopo, quando, cambiata identità, cercherà ben più violente emozioni. Tra il 1466 e il 1467, Samuel si converte al cristianesimo e prende il nome di Guglielmo Moncada come il suo padrino di battesimo, il conte di Adernò. La conversione è probabilmente mossa dalla volontà di emergere con il sostegno del più potente organismo religioso dell'epoca: la Chiesa Romana.

E' una turbinosa ascesa. Cardinali, papi, principi, tutti gli aprono le porte. Il converso conosce terra e cielo, nulla gli è ignoto, ha le chiavi per aprire i portoni d'accesso dei tre templi del sapere assoluto: l'ebraismo, la cultura greca classica e  quella latina. Chi può frenare l'ambizione di un uomo che dall'isola lontana ha raggiunto il cuore dell'Urbe? Sodomita lui stesso, della sodomia ecclesiastica si fa banditore e fustigatore. Di tale devianza pagherà il fio, scontando la colpa di averne denunciato la diffusione in ambito clericale. Sarà costretto a fuggire da Roma perché nel suo letto trovano un adolescente dal ventre squarciato, ma lui non  ricorda nulla o non vuole ricordare.

Nel 1485 l'università di Colonia accoglie quale nuovo docente Flavio Mitridate, magister sapiens. Il terzo volto, il sapiente socratico che sa di religioni. È accolto da una folla osannante ma Roma non è lontana, la vendetta è pronta. “Non sapiens sum, sed sapientiae amator” dirà e dal fondo dell'aula più voci gli risponderanno: ”iuvenum amator”. E' la fine. Ritorna in Italia dove lo accoglie Pico della Mirandola, interessato ai misteri della Cabala. Il fascino conturbante di Pico e la volontà di ritornare in auge lo legano al di Fratta, ma da qui la sua irrequietezza e la gelosia dell'amore non corrisposto lo fanno fuggire. Poi a Viterbo a Palazzo Farnese, dove la sua scienza è manipolata dal domenicano Annio. Mitridate come Pico e altri intellettuali rinascimentali, quando sembrano raggiungere  l'apoteosi del libero arbitrio, allora registrano la sconfitta del sogno del riscatto dell'umanità. L'uomo non deve servirsi della conoscenza per andare oltre i limiti, ma per vivere consapevolmente l'armonia del creato. A questo punto la historica verità ha fine, ma supplisce la vis creativa di Licia Cardillo e di Angela Scandaliato, con una conclusione che riconduce il triplice all'uno.

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