Sventola le lettere inviate al ministro dei Trasporti Graziano Delrio (la prima è del febbraio 2016) per dimostrare quanto ha fatto per impedire quello che, tardivamente, a Messina è stato definito uno scippo, visto che l'Autorità Portuale di Messina ha i conti in attivo per oltre 9 milioni di euro l'anno, diversamente da Gioia Tauro, da sempre con le casse vuote ed è ancora in piedi grazie ai continui finanziamenti pubblici. In prima battuta Crocetta aveva chiesto la totale autonomia di Messina rispetto alla sede calabrese. Non avendo avuto alcuna risposta, a settembre scorso ha tentato con la proposta di 36 mesi di autonomia prima dell'accorpamento definitivo con Gioia Tauro. Anche in questo caso Delrio non ha risposto.
“Il ministro dice che avrebbe tolto sede ad Augusta per trasferirla a Catania e che lo fa perché gliel'ho chiesto io -chiosa Crocetta. Allora perché non blocca questo accorpamento di Messina con Gioia Tauro visto che io ho chiesto di non farlo? Per Catania e Augusta la questione assume un aspetto diverso, perché c'è un presidente della Regione che dovrebbe tifare per una città o per l'altra, entrambe siciliane. Ma su Messina la battaglia è infinita. Utilizzerò ogni mezzo legale e politico per difenderla. Quello che mi dispiace è che chi mi dovrebbe sostenere in questa battaglia di fatto si sia consegnato a Roma, dando loro un alibi per continuare questa azione contro la Sicilia. Invece di supportare l'azione del presidente della Regione per difendere Messina e la Sicilia, lo si attacca”.