Una viaggio tra storia e alle tradizioni della Sicilia attraverso il cibo, la cultura e l'arte. E' questo l'intento dell'Assessorato regionale Beni Culturali e dell'Identità siciliana che insieme al Polo Regionale Museale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e alla Fondazione Salonia di Messina ha organizzato per il 4 luglio al Real Albergo delle Povere alle 17 un evento culturale importante per sottolineare il ruolo fondamentale dei mercati storici siciliani nella società siciliana, dalla Vucciria, a Ballarò, al Capo di Palermo, a Fera ‘o Luni e la Piscaria di Catania fino ai mercati Zaera e Vascone di Messina, evidenziando come questi luoghi storici, nati anche da tradizioni arabe o angioine, stiano per essere cancellati dalla memoria collettiva.
“In un epoca in cui si tende a salvaguardare il patrimonio immateriale – dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, direttore del Polo Museale – i suoni, le voci i rituali legati al saper descrivere i propri beni, è importante focalizzare l'attenzione sui mercati e la mostra del maestro Dimitri Salonia, che il Museo Riso ospita nei locali del Real Albergo delle Povere, ci invita a una profonda riflessione su questi luoghi che nel corso dei secoli hanno subito profonde mutazioni dovute allo sviluppo dei processi produttivi e alle stratificazioni sociali. Luoghi dove si scambiano beni ma anche usi, costumi, parole gesti, in pratica la nostra cultura”.
L'evento prenderà il via alle 17 alla presenza dell'assessore regionale Beni Culturali e dell'Identità Siciliana Carlo Vermiglio che ha voluto fortemente la kermesse e spiega: “Se esiste un luogo che più di altri racconta il legame di Palermo e della Sicilia con il tessuto culturale e sociale del Mediterraneo, questo è il mercato: spazio di rappresentazione di antichi mestieri e tradizioni culinarie, saperi e vocazioni economiche. Centri pulsanti della vita cittadina, oggi i mercati storici, complice anche la diffusa globalizzazione commerciale, rischiano l'estinzione, travolti da crisi economiche e dall'abbandono dei centri storici, sebbene riescano a trattenere tenacemente un patrimonio identitario nel quale ancora ci riconosciamo, trovando in esso inaspettate assonanze e sensibilità comuni “.
Subito dopo il saluto di Vermiglio, seguirà un seminario sul legame identitario che esiste tra i mercati e la Sicilia e sulla loro trasformazione in relazione ai cambiamenti socio culturali. Interverranno Sergio Bonanzinga (docente di Etnomusicologia all'Università di Palermo), Ignazio Buttitta (docente di Storia delle tradizioni popolari dell'Università di Palermo), Daria Settineri (dottore di ricerca in Etnoantropologia dell'Università di Palermo), Orietta Sorgi (dirigente del Centro regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione della Sicilia) e Valeria Patrizia Li Vigni (direttore del Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo).
“La perdita di questi valori – spiega Salonia – è la causa del depauperamento del senso di identità e di appartenenza. E visto che ogni giorno in Sicilia si concludono esperienze significative come quelle dei mercati e si perde l'occasione di preservare gli elementi identitari dei luoghi facendosi trascinare in un caos globale, ho deciso di ribellarmi alla dittatura culturale imposta dalle strategie di marketing mondiale. Insieme alla Fondazione Salonia, partendo proprio da Palermo, vogliamo portare con questa mostra in tutto il mondo le tradizioni siciliane conservando alcuni dei nostri valori e facendoli conoscere nel mondo con un'adeguata promozione”. Salonia parlando delle sue opere accenna poi anche alla funzione dei mercati come “luogo da preservare rispetto alla modernità del non luogo, come un centro commerciale. Per evitare quindi, che questi elementi fondamentali della nostra tradizione si estinguano del tutto e recuperare, attraverso il turismo questi posti”.