Si pensi, ad esempio, che a fronte dell'aumento demografico e dei bisogni di mobilità, l'offerta commerciale di Trenitalia Sicilia “vanta” oggi una riduzione di 430 treni/giorni nell'ultimo decennio. Una follia imprenditoriale che ricade sul popolo siciliano. Altro che alta velocità, qui abbiamo medie di percorrenza da terzo mondo e si continua a profilare il pericolo di ulteriori tagli alle linee a lunga percorrenza per isolarci ancor di più dall'Italia e dall'Europa. E pensare che i siciliani sono costretti a subire la pubblicità che Trenitalia paga sulle varie reti televisive per promuovere treni bellissimi, velocità record, vetture nuove fiammanti.
Una vera beffa per 6 milioni di siciliani. E mentre Trenitalia taglia in Sicilia, investe (vedi Liguria) per ampliare servizi laddove già esiste una rete, a nostro avviso molto efficiente. Eppure all'inizio di ogni anno partecipiamo a conferenze in cui si reclamizzano concreti investimenti per migliorare la nostra rete ferroviaria! E' forse una colpa risiedere su questa Isola? I cittadini siciliani, secondo la nostra Costituzione, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri di ogni altra regione. Per i doveri qui lo Stato è ben presente. Per i diritti, vedi diritto alla mobilità come sancito per ciò che riguarda il diritto alla continuità territoriale, molto meno. Che fare? la Uiltrasporti non si rassegna ad accettare come un fatto ineludibile la precarietà del trasporto ferroviario in Sicilia.
Non si può ancor oggi subire qualsiasi tipo di discriminazione e quanto praticato da TRENITALIA è un'intollerabile discriminazione. Un principio fondamentale in essere in qualsiasi segmento di trasporti è quello per cui la domanda è commisurata all'offerta. Se non c'è offerta non si può sperare nell'aumento della domanda. Questa la vera ragione (per la mancanza di offerta )per la quale a fronte di oltre 5 milioni di possibili utenti, la media giornaliera è di solo 60 mila utenti , ben poca cosa ma senza treni il cittadino deve, suo malgrado, utilizzare altri mezzi di locomozione. E qui altre ricadute negative sulla Sicilia visto il progredire dell'inquinamento, dei costi a carico dei cittadini e delle ore perdute nel caotico traffico. Se poi andiamo a vedere i collegamenti ferroviari in essere all'interno della Sicilia siamo veramente all'anno zero! Ribadiamo che la Uiltrasporti non si rassegna ma c'è un altro soggetto, istituzionalmente ben più determinante, che deve agire prioritariamente e con forza: la Politica. Una istituzione che sembra disinteressata, assente, incapace di opporsi ai dicktat nazionali per difendere la Sicilia. Si pensi che in data 22 novembre 2016 abbiamo chiesto all'Assessore dei Trasporti della regione Sicilia una convocazione per affrontare queste e altre gravi problematiche. Ancora nulla è pervenuto alle OO.SS.! Un silenzio che stride con ciò che, al contrario, accade nelle regioni più virtuose ed attente ai bisogno dei propri cittadini, come la Liguria che ha stipulato un accordo con TRENITALIA per potenziare il servizio sulle linee principali; con tutti i vantaggi che ne conseguono per tutta la collettività. Un esempio che dovremmo imitare anche in Sicilia se fosse vero interesse quello di tutelare i cittadini elettori.