“Particolare attenzione -continua Giarrusso- deve essere data al compenso dei due incaricati, che nel caso dell'ex sindaco Messina raggiunge addirittura circa 4 mila euro mensili, per un totale annuo di 47.680,08 euro, ovviamente a carico del bilancio comunale. Mentre per l'incarico conferito all‘avvocato Di Mauro sono corrisposti oltre 3.600 euro mensili, per un totale annuo di 43.684,80 euro. E visto che per nessuno dei due incarichi pare sia stata prevista la trasmissione alla Corte dei Conti -aggiunge il senatore- ci pensiamo noi attraverso questo esposto”.
Il consigliere Rannone aggiunge: “La legge regionale stabilisce che agli esperti è corrisposto un compenso pari a quello globale previsto per i dipendenti della seconda qualifica dirigenziale. Ne consegue che il compenso dovuto agli esperti del sindaco dovrebbe essere di 1.566,26 euro mensili. Le maggiori somme corrisposte dal sindaco Bellia, quindi, non sarebbero dovute e costituirebbero gli estremi di un danno erariale, non disgiunto da una verosimile ipotesi di reato penale di abuso di ufficio”.
Inoltre, sussiste un preciso obbligo giuridico del sindaco di documentare dettagliatamente l'attività svolta dagli esperti da lui nominati. “Peccato che nella relazione presentata da Bellia non vi sia nulla di dettagliato -sostiene la parlamentare a Palazzo dei Normanni Angela Foti. La relazione è generica, finalizzata solo all'adempimento formale dell'obbligo di presentarla annualmente, ma contrariamente a quanto forse vuol far apparire il sindaco, dimostrerebbe che le nomine di questi due soggetti potevano essere evitate in quanto pressoché inutili e dispendiose per la pubblica amministrazione e, di riflesso, per i cittadini tutti”.
In ultimo, i tre portavoce denunciano l'ostruzionismo perpetrato in questi anni dall'amministrazione comunale di San Giovanni, a discapito delle richieste legittime di trasparenza avanzate dalla Rannone. “E' stato difficilissimo ottenere documenti e atti -denunciano- nonostante le reiterate interrogazioni indirizzate al Comune”. Per ben due volte, infatti, i 5 Stelle sono dovuti ricorrere al servizio ispettivo dell'assessorato agli Enti locali per vedere soddisfatte le richieste di accesso agli atti.