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#Messina. Un PD in cerca d’autore, LabDem: “Serriamo i ranghi”

Da sinistra: Luigi Beninati, Peppe Fera, Francesco Barbalace di LabDem
Da sinistra: Luigi Beninati, Peppe Fera, Francesco Barbalace di LabDem

Dopo le pesanti critiche delle scorse settimane al presidente Crocetta e all'Amministrazione Accorinti, i LabDem provano a serrare i ranghi dell'area democratica messinese.

Con una dura nota Francesco Barbalace, coordinatore di LabDem Sicilia, la settimana scorsa ha chiesto il commissariamento del governo Crocetta e del Partito Democratico siciliano.

Oggi, dopo le dichiarazioni rese a Sicilians dall'area renziana del PD, lo stesso Barbalace ha espresso parole di riavvicinamento verso gli altri compagni: “Spero che la comune militanza ponga finalmente ciascuno di noi e tutti insieme dinnanzi al dovere di riannodare le fila per continuare a percorrere la medesima strada.

Se le dichiarazioni dei renziani preludono alla concreta volontà  di riaprire il confronto superando atteggiamenti inutili e dannosi per tutti, LabDem, come già  fatto con tanti altri compagni, non verrà  meno al confronto e alla proposta.

Uscendo dalle strettoie della realtà messinese, abbiamo incontrato e parlato a tanti militanti in diverse province siciliane: da tutti abbiamo avuto incoraggiamenti e proposte per un partito organizzato, forte di una nuova e aggiornata proposta politica in Sicilia. Anche rispetto al governo Crocetta”.

Su quanto sostenuto da Barbalace, intervengono anche Peppe Fera, coordinatore di LabDem, e Luigi Beninati, responsabile del settore economia e finanza di LabDem Messina.

“Le dichiarazioni di Barbalace -afferma Fera- sono assolutamente da condividere. La situazione del PD in Sicilia è grave, pesante. Per alcuni aspetti, molto simile a quella di Roma. In queste ultime elezioni ci sono stati dei segnali importanti. Uno su tutti Barcellona, dove si è palesata la mancanza di coesione all'interno del partito. Ma anche la sconfitta di Crisafulli a Enna è un segnale tutt'altro che positivo e pure il governo regionale sta facendo poco.

Messina è ancora scossa dopo il tracollo genovesiano e i cocci non sono stati raccolti da nessuno. Le vicende che hanno colpito Francantonio Genovese hanno lasciato il vuoto alle sue spalle. La nostra attenzione -prosegue il coordinatore LabDem Messina- è dedicata principalmente a un programma per tornare a essere competitivi in riva allo Stretto”.

E non è da scartare l'ipotesi di una futura collaborazione con gli altri gruppi di area democratica. “Siamo vicini sia ai renziani che ai riformisti, abbiamo già fatto qualcosa insieme e contiamo di rifarlo. Ancora non esiste però una vera e propria collaborazione. Il PD deve essere ricostruito sia a livello regionale che locale. E noi di LabDem -conclude Fera- cerchiamo di confrontarci per produrre nuove idee indirizzate verso un Partito Democratico sano e pulito”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Luigi Beninati, che interviene anche sulle vicende politiche barcellonesi: “Mentre era sindaco la Collica ha perso l'enorme opportunità di serrare le fila del PD. Avrebbe potuto fare di più e non pensare solo ai posti in Giunta. Credo che questa sua mancanza di coraggio le sia stata fatale”.

L'assenza di un leader nel Partito democratico è sottolineata anche da Beninati. “Il leader nel nostro partito si troverà quando torneremo alle elezioni in città -puntualizzata. Il PD non è mai stato ricostruito dopo la vicenda Genovese. Fosse stato per noi, avremmo rifatto il tesseramento”.

Dure critiche anche per il vicesindaco di Messina . “Lo critico perché ciò che è stato proposto da questa Amministrazione non rappresenta un cambiamento per la città. Nel piano di riequilibrio non si intravede la possibilità di rinascita per Messina. Dovremmo essere costretti a vivacchiare e a continuare a perdere chance come i fondi europei senza dire nulla?

Speriamo che il rinnovamento del PD messinese si realizzi quanto prima, perché i consiglieri comunali, pur di mantenere le proprie poltrone, non faranno cadere la Giunta Accorinti. E sono sicuro -conclude Beninati- che quasi tutti i consiglieri dell'area democratica sceglieranno altre soluzioni per il futuro”.

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