In ambito politico i simboli della luce e del sole hanno un grande potere evocativo della maestà e della regalità. Per la decodificazione dei segni gli strumenti più efficaci sono l'analisi filologica, l'analisi storico-politica, l'analisi storico-religiosa. Nel primo volume il meraviglioso è utilizzato come strumento di potere, nel secondo sotto forma di mirabilia, miracoli e magia, appunto. Il meraviglioso non è immediatamente decodificabile ma riesce a colpire l'uomo emotivamente, affascinandolo e catturandone l'immaginazione. L'antichità, la tarda antichità e il medioevo sono stati pervasi e dominati dal meraviglioso, invece l'età moderna e contemporanea si sono relazionati a esso nella scienza, nella religione e nella politica. La scienza ne ha ridotto gli spazi, la religione cattolica lo ha canonizzato sotto forma di miracolo, la politica ne ha utilizzato la terminologia.
Il linguaggio dei segni riesce a tradurre in messaggi concreti elementi complessi quando il mondo sovrasensibile e sacro entra in contatto con il mondo degli uomini. La realtà sovrumana, intersecandosi con il mondo sensibile, condiziona la realtà umana attraverso segnali che opportunamente decodificati che evidenziano la stretta connessione tra le due realtà. La semiotica della luce, le applicazioni retoriche del meraviglioso sotto forma di catasterismo, prodigi e portenti, sono aspetti che si configurano come fenomeni di ibridazione culturale e religiosa. Notevoli gli scambi culturali, gli elementi di rottura e di crisi, le cesure epocali che formano l'ampia e frastagliata panoramica del meraviglioso cui fanno riferimento i numerosi e approfonditi saggi che compongono il volume. Dall'insieme viene fuori un'identità europea, derivata dalla stratificazione delle tradizioni culturali cui danno un notevole contributo le scienze umanistiche, chiarificando i processi di trasformazione degli strumenti della comunicazione nei secoli.