Si prosegue con la visita al centro storico di Raddusa. Il nome deriva dall'arabo Rabdusa che significa terra di abbondante vegetazione poiché nel paese è prospera la produzione cerealicola e per questo è stato anche definito la capitale del pane. Il primo borgo appartenne alla nobile famiglia Gravina e in seguito ai Baroni di Ranciolo e Marabino. Di interesse architettonico la chiesa Madre, eretta nel 1850 seguendo il progetto dell'architetto Giuseppe Maggiore e che presenta all'interno interessanti stucchi. Successivamente è prevista la visita al Museo del grano. L'edificio d'inizio Novecento nel quale è ubicato il museo ha ospitato, in passato, la Cooperativa Agricola La Cerere, fondata per assicurare ai contadini porzioni di terra con contratti più equi e per far conoscere tecniche di coltivazione innovative. Il museo ricostruisce i costumi, gli usi e il lavoro della comunità contadina di Raddusa offrendo una ricostruzione degli antichi ambienti, una panoramica rappresentativa degli strumenti di lavoro utilizzati dai contadini e di vecchie usanze locali, proposta anche attraverso un percorso audio-visivo e pannelli esplicativi. Nell'ala destra del Museo è stata ricostruita un'antica masseria con una camera da letto risalente agli anni '30, una cucina a vapore, un forno a pietra e una dispensa, utilizzata per conservare botti in legno, fiasche e damigiane. L'ala sinistra ospita, invece, antichi attrezzi e macchinari agricoli. Alle 13 è previsto l'arrivo alla Casa del Té, un'associazione culturale dedita alla coltivazione, trasformazione, promozione e valorizzazione del té e delle sue tradizioni, a cui farà seguito il Pranzo Zen. E' il pranzo della mattonella che usavano i monaci Zen quando ricevevano invitati in monastero. Tutto il cibo viene disposto con forme e colori che seguono lo Yin e Yang. A ogni commensale viene dato un piatto e preleverà il cibo dal centro tavola, a scelta, formando un disegno e seguendo i quattro livelli della filosofia Zen. Man mano che passeranno le pietanza saranno spiegati i motivi delle disposizioni dei cibi in quel preciso ordine che riflettono le fasi solari e le fasi lunari. Dopo il pranzo è prevista la Cerimonia del Té. Il momento rispecchia fedelmente i modi di preparare e di servire il tè in Oriente. Nella stanza delle cerimonie, dove si accede senza scarpe, si possono ammirare rituali e attrezzi delle cerimonie orientali Yam-cha, Wu- wo, tè pressati provenienti da Yunnan, Birmania e Cambogia, o i pennelli per scrivere poesie durante le cerimonie. La Stanza del Té è copia fedele degli ambienti orientali in cui il té viene vissuto, dalla preparazione alla degustazione. Per la cerimonia è prevista la partecipazione attiva degli ospiti, verranno degustati te e dolci che seguono le 16 stagioni della filosofia Zen. La giornata si conclude con la visita al Museo del Té, l'unico in Italia, entrato per ben due volte nel Guinness dei primati. Conserva più di seicento varietà di infusi, di provenienza mondiale. E ciascuno di essi, è correlato al suo servizio. Così i vassoi cinesi si accostano a teiere giapponesi o a bicchieri russi; e non mancano anche oggetti provenienti dall'Africa. Si potrà ammirare la teiera e la tazza più grande del mondo, realizzati dai maestri ceramisti di Caltagirone e possono contenere rispettivamente quindici e diciotto litri di tè. Cinquecento teiere in terra porpora Aisha, differenti per modello e dimensione, si mostrano sulle pareti. Tutte provengono dalla Cina e appartengono al maestro collezionista cinese Xu Zongmin, che le ha concesse per una esposizione, organizzata in venticinque gruppi di venti teiere, ciascuna rappresentante un periodo storico ben preciso della storia e della dinastia imperiale cinesi. Alcune portano il sigillo dell'imperatore del tempo e del maestro ceramista che le realizzò. Ogni teiera si trova su un drappo di seta di colore differente, accompagnata da una ben precisa numerazione che corrisponde, nel manuale, alla descrizione della sua storia. Per informazioni Tel. 091.8112571 – 346.8241076. Email: provinciapalermo@bcsicilia.it.