Il progetto espositivo, curato dalla Fondazione Orestiadi e coprodotto dalla Fondazione Sant'Elia, in collaborazione con il Comune di Gibellina, va avanti per sezioni ed è articolato secondo la pluralità di linguaggio che è propria dell'arte: pittura, scultura, teatro, foto, video, poesia, musica, architettura e installazioni contemporanee. Si parte dalla cronaca: la notte del terremoto, tra il 14 e il 15 gennaio 1968, e gli scatti dei fotografi Brai, Giaramidaro, Minnella e Scafidi, che l'indomani si precipitarono nella valle tra Palermo e Trapani, i primi video delle Teche RAI, gli scatti di Letizia Battaglia nella baraccopoli. Quindi la sezione Arte, con opere, fra i tanti, di Guttuso, Schifano, Rotella e Scialoja, ma anche i bozzetti di sculture e frammenti di scenografie di Pomodoro, Paladino, Consagra e Isgrò per le Orestiadi, il progetto urbanistico per Gibellina Nuova, il Cretto di Burri, i versi dei poeti, la musica, l'archivio orale e molto altro ancora.