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Addio al Commissario dello Stato, stop al controllo preventivo sulle leggi siciliane

Abrogata la figura del Commissario dello Stato in Sicilia. Lo ha deciso la Corte Costituzionale con sentenza depositata oggi pomeriggio.

Relatore Sergio Mattarella, era stata la stessa Corte a sollevare il caso in quanto la Sicilia, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, quello relativo ai rapporti tra Stato e Regioni, era rimasta l'unica amministrazione regionale a non aver adeguato il proprio statuto, mantenendo il controllo preventivo delle leggi.

D'ora in poi le leggi approvate dall'Assemblea Regionale Siciliana non dovranno più passare al vaglio degli uffici del Commissario dello Stato, ma potranno essere direttamente promulgate dal presidente della Regione ed entrare in vigore.

Nei 60 giorni successivi il ministro agli Affari potrà proporre al Consiglio dei Ministri l'eventuale impugnativa davanti alla Corte Costituzionale.

 “I custodi della nostra autonomia speciale devono essere in Sicilia, non a Roma -ha commentato il capogruppo PD all'ARS Baldo Gucciardi. La sentenza appena depositata dalla Corte Costituzionale, che elimina il controllo del Commissario dello Stato sulle leggi del Parlamento siciliano, ha ritenuto di allineare la Regione Siciliana alle maggiori forme di autonomia che la riforma del Titolo V della Costituzione ha già riconosciuto nel 2001 alle Regioni a Statuto ordinario. A questo punto la riforma del nostro Statuto speciale appare urgente e indifferibile”.

“L'abrogazione del controllo preventivo delle leggi regionali da parte del Commissario dello Stato, non potrà dare al Parlamento siciliano libertà di legiferare senza limiti –avverte il presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone. Al contrario, la sentenza della Corte Costituzionale assegna maggiore responsabilità a Governo e Assemblea in fase di proposizione e approvazione delle norme”.

“Questa sentenza segna un momento dirimente per il passato e per il futuro della Sicilia –dichiara Anthony Barbagallo, deputato regionale del PD, componente del Consiglio di Presidenza e componente la Commissione Statuto all'ARS- e determina più di una conseguenza. S impone una modifica dello Statuto e credo che la Commissione debba procedere rapidamente nel proporre una modifica delle parti interessate dalla riforma del Titolo V della Costituzione”.

“Nessun entusiasmo –puntualizza l'esponente del centrodestra Nello Musumeci. I controlli, anche quelli successivi alla pubblicazione della legge, non dovrebbero far paura ad alcun legislatore. Anzi, quasi sempre sono una garanzia. Rimane aperta l'esigenza di riformare lo Statuto e adeguarlo al mutato contesto normativo”.

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