“L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile, ha avuto inizio grazie ai pochi dettagli raccolti nell'immediatezza dei fatti – spiegano dalla questura di Palermo. Gli unici dati certi da cui sono partiti gli investigatori sono stati la descrizione parziale del presunto colpevole (un uomo di 60 anni circa, con i baffi), fornita dallo stesso benzinaio, prima di perdere conoscenza e la Fiat Grande Punto di colore scuro con cui l'assassino sarebbe fuggito”.
Dalle immagini della videosorveglianza i poliziotti hanno constatato che si trattava di una Grande Punto, ma la targa non era del tutto visibile. Ma, gli investigatori hanno confrontato il frammento di targa con oltre 15 mila e sono giunti a un'auto intestata a un palermitano. L'uomo, rintracciato nella sua abitazione, durante l'interrogatorio è crollato e avrebbe ammesso di avere sparato un colpo di pistola, per il prezzo del pieno di benzina che gli sarebbe sembrato troppo caro.
I poliziotti hanno sequestrato l'arma del delitto, una pistola semi automatica calibro 7,65, illegalmente detenuta, e 12 cartucce calibro 7 ,65 della stessa tipologia di quella esplosa durante l'agguato.