Nel marzo 2016, sulla base delle informazioni scambiate tra le Fiamme Gialle e le Autorità di polizia andorrane, per il tramite dell'ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza presso l'Ambasciata d'Italia a Madrid, sono state parallelamente avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato per trasferimento fraudolento di valori in Italia e per riciclaggio nel Principato. L'attività investigativa svolta all'estero ha permesso di scoprire che nel 2013 il marito di Monia Brancato ha aperto cinque conti correnti bancari in quattro istituti di credito del Principato di Andorra, in Spagna, e due cassette di sicurezza. I conti sono stati alimentati con 39 bonifici bancari, disposti da banche spagnole ed effettuati in soli due mesi, tra il giugno e l'agosto del 2013, ovvero immediatamente dopo il primo sequestro disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che risale al maggio dello stesso anno. Ricostruendo i movimenti finanziari i finanzieri hanno quindi individuato il patrimonio che la famiglia Brancato deteneva illecitamente nel Principato di Andorra.
La successiva rogatoria internazionale con il piccolo principato spagnolo ha consentito di acquisire documentazione bancaria importante, in virtù della quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, presieduta dal magistrato Giacomo Montalbano, ha disposto il sequestro di prevenzione di somme pari a 1.475.000 euro, nonché di gioielli e preziosi, ritenuti provento di attività illecita. In occasione del sequestro di prevenzione, è stato notificato il nuovo decreto richiesto dai sostituti procuratori Siro De Flammineis e Gaspare Spedale ed emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, con il quale è stato dispone il sequestro preventivo delle somme, già disposto nel mese di agosto 2016 e annullato dal Tribunale del Riesame. La collaborazione con il Principato di Andorra assume particolare rilievo perché per la prima volta nella storia l'Italia e lo Stato pirenaico hanno collaborato e continuano a collaborare in una cornice di reciproca assistenza giudiziaria avviata dal Procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Lo Voi.