L'esposizione, curata da Antonio Leone, si inserisce nella sezione Arti Visive del Sicilia Queer Filmfest 2015 e resterà aperta fino al 10 luglio, da lunedì a venerdì dalle 9 e 30 elle 18 e 30.
Álvaro Laiz attualizza La storia segreta dei Mongoli, antico poema di autore anonimo che racconta e illustra l'ascesa al potere della Mongolia intorno al XII secolo, mettendo in luce il profondo dissidio sociale che vive la comunità lgbt mongola, ancora schiava del peso di una tradizione rinvigorita sotto il controllo sovietico, durante il quale gli omosessuali erano deportati nei gulag.
Nonostante l'omosessualità in Mongolia sia stata depenalizzata nel 2002, il passato si ripercuote ancora duramente sulla vita delle persone lgbt, marginalizzate e vittime di un pesante ostracismo morale.
Laiz nei suoi scatti immortala persone transessuali sia in crudi contesti di vita quotidiana dal chiaro impianto documentaristico, ma anche in sontuosi abiti ispirati alle vesti delle regine mongole.
Una duplice narrazione che crea un corto circuito visivo e rimanda al paradosso sociale e politico subito dalle persone transgender in Mongolia.
La transessualità, infatti, è fortemente radicata nella cultura popolare mongola, dove le persone transgender erano considerate sciamani, protette da uno status speciale, assimilate a figure mistiche capaci di connettere il piano spirituale con il mondo reale e di avere un accesso privilegiato a una dimensione altra, comunemente definita come magica.