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Ordinanza coronavirus, De Luca vs Conte: “Domani alle 21 entrerà in vigore la mia”

MESSINA. “Pretendo chiarimenti entro le 19 di domani, perché alle 21 la mia ordinanza entrerà in vigore”. Non fa sconti a nessuno il sindaco Cateno De Luca, neanche al prefetto Maria Carmela Librizzi, che stamane gli ha inviato una nota ufficiale nella quale sottolineava, tra l'altro, che “non possono essere adottate e, ove adottate sono inefficaci, le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza in contrasto con le misure statali”. In una nota altrettanto ufficiale, il primo cittadino di Messina smonta dal proprio punto di vista quanto segnalato dal rappresentante del Governo. A partire dalla definizione di servizi essenziali contenuta nell'allegato 1 del DPCM di ieri, che comprende anche profumerie e distributori automatici, o nell'allegato 2, come le lavanderie. “Mettetemi nella condizione di valutare se la devo ritirare” ha sottolineato De Luca durante la diretta facebook, nel corso della quale ha avuto il supporto dell'assessore Dafne Musolino, che ha spiegato il punto di vista dell'amministrazione nei passaggi più . Al momento, la sola certezza è che il DPCM che è entrato in vigore oggi è più permissivo rispetto all' di De Luca (emanata diverse ore prima di quella del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte), che prevede anche la chiusura di banche e uffici postali, e che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, entrerà in vigore domani alle 21. Inevitabili le polemiche sui social, dove si sono registrati scivoloni clamorosi di giuristi e avvocati più e meno noti rispetto ai concetti di nullità e di inefficacia di un'ordinanza sindacale. Discussioni lunghe, faziose, inutilmente partigiane, che hanno perso di vista quello che dovrebbe essere l'unico vero obiettivo: tutelare la salute dei messinesi ed evitare morti inutili. Alle 18 di oggi se ne registravano 1.016, nei prossimi giorni ce ne saranno inevitabilmente molte di più, ne avremmo potute contare molte di meno se i provvedimenti di questi ultimi giorni fossero stati assunti subito dopo il 21 febbraio, quando è stato scoperto il focolaio di Codogno.

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