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#Migranti. Fermati gli scafisti responsabili della morte di cinquantadue migranti

Erano tra i centocinquanta e i duecento a tentare di uscire dalle stive per respirare, ma gli scafisti li colpivano a colpi di coltello, frusta e cinghie. Cinquantadue sono morti e i superstiti sono stati soccorsi dal pattugliatore della svedese Poseidon e sbarcati al porto di Palermo lo scorso 27 agosto hanno raccontato agli investigatori.

Il gruppo di migranti è stato soccorso lo scorso 26 agosto e il Poseidon, inserito nell'operazione Triton 2015, aveva a bordo un militare della Guardia di Finanza, in qualità di liason officer Frontex con funzioni di collegamento.

“Le preliminari evidenze acquisite dall'equipaggio del pattugliatore e dal liason officer – spiegano dalla Distrettuale della – nonché le attività investigative svolte dagli uomini della Squadra Mobile e del GICO  della Guardia di Finanza di Palermo, hanno permesso di raccogliere significativi elementi indiziari nei confronti dei componenti dell'equipaggio, individuandone anche i ruoli”.

E così sono stati individuati Mohammed Bugura, Sami Naser, Ahmad Issa Okrema, Buchalla Zied, Hasani Cief, Mohamed Alif, Cascus Bade, Alradi El Sami, Nacer Norder, Botaib Mourad.

I dieci, tutti di origini marocchine, siriane e libiche, sono accusati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nonché per omicidio volontario plurimo. In quanto sono stati riconosciuti come i componenti dell'equipaggio che si occupavano di governare i barconi, della distribuzione dell'acqua ai soli migranti in coperta, della stessa disposizione dei migranti e, in considerazione dell'elevato numero di persone, del mantenimento dell'ordine a bordo.

Insomma, vigeva la regola della violenza a bordo. Calci, pugni, coltelli, bastoni e cinghie, usavano di tutto gli scafisti nei confronti soprattutto di quei migranti che cercavano di risalire dall'angusta stiva in cui erano ammassati. E proprio lì hanno trovato la morte in cinquantadue per la mancanza di aria, d'acqua e a causa delle esalazioni dei fumi del motore.

“Le attività degli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, condotte a terra d'intesa con la Procura Distrettuale della Repubblica, hanno consentito di acquisire gli elementi necessari all'adozione dei provvedimenti di fermo – aggiungono dalla Procura.

I dieci presunti scafisti fermati sono stati accompagnati presso la casa circondariale Pagliarelli di Palermo a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

 

 

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