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#Messina. Sicurezza sul lavoro, Gioveni: “Amministrazione inadempiente”

Un'altra buccia di banana per l'Amministrazione Accorinti. Questa volta sulla sicurezza sul lavoro. Da anni non si effettuano le visite mediche ai dipendenti di Palazzo Zanca, come prevede il Decreto Legislativo 81 del 2008.

A denunciarlo il consigliere comunale UDC Libero , che trova conferma nelle parole del comandante della Polizia Municipale di Messina Calogero Ferlisi.

Nel della seduta di ieri della X Commissione, Ferlisi ha infatti dichiarato che “ormai da tempo anche i vigili urbani non sono più sottoposti a visita medica”.

Un fatto gravissimo, che per il consigliere comunale “è un'inadempienza di legge vera e propria, che mette a rischio la salute dei lavoratori. Il DLgs 81 del 2008, che ha sostituito la 626 del 1994 è molto rigido in materia di valutazione e prevenzione da tutti i rischi sul lavoro -spiega Gioveni.

Descrive gli obblighi dei lavoratori, ma soprattutto del datore di lavoro, in questo caso il Comune, che deve programmare e far effettuare le visite mediche dei dipendenti, deve designare anche il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, così come individuare tra i lavoratori gli incaricati del primo soccorso, dell'antincendio e della gestione dell'emergenza attraverso un'adeguata formazione.

Dopo le dichiarazioni di ieri di Ferlisi, adesso c'è la certezza che l'Amministrazione non rispetta la legge e tutto questo non può passare inosservato“.

Nel verbale della seduta di ieri l'esponente UDC ha fatto mettere nero su bianco che “il comunale non può far finta di nulla e ha l'obbligo di richiamare l'Amministrazione a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto in tema di sorveglianza sanitaria”.

Gioveni ha chiesto una convocazione straordinaria della VI e VII Commissione, competenti in materia di gestione del personale e della sicurezza sui luoghi di lavoro, perché si chiedano chiarimenti all'assessore Nino Mantineo, al dirigente competente Giovanni Di Leo e al direttore generale Antonio Le Donne per porre rimedio “a una situazione che, tra l'altro, in futuro potrebbe generare cause di servizio e possibili danni erariali all'Ente”.

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