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L’equivoco del Sud a Gioiosa Marea

“Bisogna cambiare i nostri obiettivi”. Carlo Borgomeo, Presidente della ‘Fondazione con il Sud', non ha dubbi: la questione meridionale deve essere ribaltata. Non si tratta di chiedere risorse o interventi straordinari ma riportare al centro “la responsabilità” come elemento qualificante di un tessuto sociale “coeso”.

Il dibattito scaturito dalla presentazione del libro “L'equivoco del Sud Sviluppo e Coesione sociale” di Carlo Borgomeo stimola gli intervenuti nell'Arena Canapè di Gioiosa . Al pubblico attento ed interessato è stata proposta una visione innovativa e fuori dagli schemi di una moderna questione meridionale.

Dopo l'introduzione del sindaco della Perla del Tirreno Eduardo Spinella, che ha posto l'attenzione sulla necessità di un nuovo civismo per la rinascita delle regioni del Sud Italia, sono intervenuti Felice Coppolino Presidente regionale UNICOOP e  Santo Sauro di Confapi Sicilia. I due esponenti del mondo della cooperazione e delle piccole e medie imprese hanno sostenuto la necessità di sostegno allo sviluppo per un Mezzogiorno che non può salvarsi da solo.

A provare a declinare localmente la tesi di fondo del libro ci ha provato il vice sindaco di Gioiosa Marea e assessore ai Beni Comuni Teodoro Lamonica, incalzato dalle domande della coordinatrice del dibattito Elisabetta Raffa,  direttore del quotidiano Messina.Sicilians.it.

Lamonica individua nell'indicazione all'impegno personale e quotidiano la chiave di lettura che può generare cambiamento a partire dai piccoli comuni. “Il cambiamento passa per l'impegno di tutti e di ciascuno -ha spiegato l'ex sindacalista della Cgil. Solo così si possono attuare percorsi che incidano profondamente sullo sviluppo dei territori”.

Per Borgomeno il vero equivoco del meridionalismo sta nella ricerca affannosa ed inutile delle “cause che hanno creato il divario tra Nord e Sud”. Il presidente della Fondazione con il Sud cita una serie di luoghi comuni per poi chiosare: “poco importa oggi affermare che la colpa è di Garibaldi o dei piemontesi che con il tesoro del regno di Napoli ripianarono i debiti dei Savoia”.

Per l'autore non è più tempo di analisi, ma di “darsi nuovi obiettivi”. A partire da nuove modalità di quantificazione del divario tra Nord e Sud. “Il Sud è meno ricco del Nord, ma la distanza più grave è nei diritti di cittadinanza, nella scuola, nei servizi sociali, nella cultura della legalità. È da qui -secondo Borgomeo- che bisogna ripartire convincendosi che la coesione sociale è una premessa, non un effetto dello sviluppo”.

Per il presidente della Fondazione con il Sud è “la misurazione del divario in termini di ” che crea storture e di fatto condanna il sud ad una posizione di irredimile dipendenza.

“Occorre investire in coesione sociale e comunità”. Sono questi gli interventi che la sua Fondazione sostiene e sono questi gli ambiti prioritari di intervento da cui la società del mezzogiorno deve ripartire. Ribaltando anche le prassi più scontate. Secondo Borgomeo è la consapevolezza diffusa della responsabilità del singolo che può creare le condizioni per lo sviluppo. “Non si tratta di investire -ha concluso l'autore- nel credito d'imposta quanto in interveneti contro l'evasione scolastica”.

Nuovi paradigmi per uscire fuori dalla retorica del meridionalismo e per fronteggiare “una condizione socio-economica -che a dire dello stesso presidente della Fondazione con il Sud- è a rischio di esplosione”.

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