Oltre a Greenpeace hanno preso parte alla cerimonia anche il sindaco Giusi Nicolini, diversi rappresentanti del Comune di Lampedusa e una delegazione di Casa di Love, fondazione taiwanese che ha finanziato i costi relativi all'installazione dell'impianto. “Siamo grati a tutte le persone che hanno permesso di sbloccare il paradosso di un impianto completamente autorizzato, ma fermo a causa di lungaggini burocratiche -aggiunge Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. I cittadini, al pari di Comuni e piccole e medie imprese, devono essere incentivati ad autoprodurre l'energia che consumano, e non ostacolati come avviene in Italia. Chiediamo che questa situazione cambi presto sia a livello comunitario, con la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, sia a livello nazionale. Vedremo se il governo Gentiloni cambierà la linea anti rinnovabili seguita dal governo Renzi -conclude Onufrio- che per tre anni ha quasi bloccato un settore così importante per il futuro energetico del Paese”.