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Ennesima bufera al CAS: assunzioni di parenti in cambio dell’appalto, un arresto, 2 misure cautelari e 5 imprenditori indagati

MESSINA. Corruzione, falsità ideologiche, turbativa d'asta, truffe e altri reati. Queste le accuse che la Procura della Repubblica di Messina, diretta dal procuratore capo Maurizio De Lucia, emerse dalle indagini condotte dalla DIA in merito ad appalti importanti relativi alla sicurezza della rete viaria gestita dal Consorzio Autostrade Siciliane. “L'attività investigativa, denominata Fuori dal Tunnel, si è conclusa stamane con l'esecuzione, da parte del della DIA con la collaborazione del Centro Operativo di Milano, di tre misure cautelari personali nei confronti di due funzionari dell'ente e di un imprenditore milanese -si legge nella nota inviata alla stampa. Agli arresti domiciliari l'ingegnere Angelo Puccia, 60 anni, funzionario del CAS e consigliere comunale a Castelbuono, nel Palermitano, sospensione dai pubblici uffici per un altro ingegnere dipendente del consorzio,  Alfonso Edoardo Schepisi, mentre per l'imprenditore milanese 62enne Fabrizio Notari, rappresentante legale della Notari Luigi S.p.A., è stato disposto il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione. I tre sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di corruzione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico in , turbativa d'asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione. Il tutto, insieme ad altri 5 imprenditori indagati“.

A finire sotto la lente di ingrandimento dei magistrati e degli investigatori, alcuni dei principali appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del CAS (A20 Messina-Palermo e A18 Messina-Catania) che, come ha fatto rilevare il Giudice per le Indagini Preliminari nell'ordinanza applicativa delle misure cautelari è “già drammaticamente e notoriamente afflitto da gravi carenze strutturali” e lungo il quale frequenti sono stati gli incidenti, anche mortali. Emblematico il caso degli appalti per i lavori di messa in sicurezza delle gallerie Tindari e Capo d'Orlando della Messina-Palermo. “Si tratta di lavori dall'importo complessivo a base d'asta di 25 milioni di euro aggiudicati nel 2015 all'ATI Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro SpA. Alle dipendenze della prima impresa lavoravano familiari e persone vicine al direttore dei lavori e al RUP: assunzioni ritenute funzionali all'aggiudicazione dell'appalto stesso.  Infatti, per quanto l'offerta della ATI Notari-Bruno fosse stata considerata dalla commissione di gara anormalmente bassa, Puccia, in quanto RUP, sulla base di una relazione presentata da Schepisi aveva attestato che “l'offerta presentata dall'ATI Notari-Bruno fosse attendibile e affidabile e che “le giustificazioni documentate” fossero “sufficienti a escludere l'incongruità dell'offerta”.

Gravi irregolarità sono emerse anche in relazione alla realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla normativa vigente indispensabile per garantire l'incolumità degli utenti. Peraltro Schepisi, con l'avallo di Puccia, aveva predisposto la documentazione necessaria perpercepire indebitamente gli incentivi previsti dal Consorzio per i progettisti, pari a 47.000 euro, non conseguendoli solo per cause non dipendenti dalla propria volontà, consistiti in irregolarità formali. Inoltre, episodi altrettanto emblematici e tali da pregiudicare in modo grave la sicurezza dell'autostrada, si sono registrati in tempi più recenti nell'ambito dei lavori di ripristino dell'asfalto drenante del viadotto Calamo, sulla A20, mentre sono state rilevate condotte delittuose nel corso dei lavori finalizzati alla riapertura della galleria Sant'Alessio sulla Messina-Catania.

In questo cantiere Puccia era direttore dei lavori e invece di preoccuparsi della corretta realizzazione delle opere, sfruttava in maniera insistente il proprio ruolo per “propiziare…l'assunzione di un suo uomo di fiducia” nei cantieri del subappaltatore”.

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