Il meccanismo era quello di far apparire agli occhi dell'INPS e del fisco delle aziende realmente operanti nel settore agricolo, con la falsa indicazione di ettari di terreno da coltivare, con elevati giri d'affari e un rilevante numero di dipendenti. Inoltre, per rendere più articolate le strutture societarie, anche per ostacolare eventuali controlli, gli organizzatori della frode avevano dichiarato strategicamente la sede di alcune di esse a Roma e a Milano. In sostanza, le indagini hanno permesso di accertare che i promotori della truffa, per mezzo di 5 aziende fantasma hanno procurato ai soggetti richiedenti, dietro compenso, la finta assunzione per il numero di giornate lavorative utili ad attestare il possesso dei requisiti per accedere alle indennità previdenziali e per assicurarsi una posizione contributiva ai fini pensionistici.
E' risultato così che le imprese nel periodo 2010-2013 hanno denunciato all'INPS la fittizia assunzione di 377 falsi braccianti agricoli, per un totale di circa 66mila giornate lavorative, consentendo loro di ottenere indebite indennità previdenziali e assistenziali per un milione e mezzo di euro. I soggetti beneficiari delle provvidenze avevano poi l'obbligo di riversare parte delle indebite percezioni ai promotori della truffa quale compenso per le false attestazioni effettuate. Il controllo della posizione fiscale delle società a vario titolo coinvolte ha permesso anche di constatare l'omessa dichiarazione di 28 milioni di euro di base imponibile e un'evasione dell'IVA per oltre 2 milioni 400.000 euro. È stato inoltre riscontrato un giro di fatture false di 52 milioni di euro. La Guardia di Finanza, a conclusione dell'indagine, ha segnalato all'Autorità Giudiziaria 377 soggetti per truffa aggravata ai danni dello stato e falso e 6 soggetti per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla commissione di reati fiscali. Sono state avviate dall'Istituto previdenziale le procedure per il recupero delle somme indebitamente erogate.