La mostra a cura di Giusi Diana è inserita tra gli Eventi Collaterali di Manifesta 12 e rappresenta un ideale collegamento con la precedente edizione: nel 2016 a Zurigo Antufiev, invitato dal curatore di Manifesta 11, Christian Jankowski, ha presentato una complessa installazione EternalGarden nella Wasserkirche presso l'Helmhaus e una scelta di opere al primo piano del Löwenbräukunst.
Il Museo Archeologico Salinas, il più antico dell'Isola, è la più importante istituzione museale pubblica dedicata all'arte greca e punica in Sicilia; e si è da poco tempo, aperto al contemporaneo. “Il presunto distacco tra l'arte del passato e quella del presente è solo una percezione erronea – spiega il direttore Francesca Spatafora – Come museo archeologico stimoliamo i visitatori ad abbattere questo pregiudizio ricorrendo allo sguardo di artisti contemporanei che aiutano a ridefinire il rapporto con le opere d'arte antica attraverso una sensibilità nuova”. La convinzione del Salinas è sostenuta dallo stesso Antufiev: “Solo la nostra ostinata volontà di voler scoprire una novità, di volerci sentire diversi da ciò che ci ha preceduto – interviene l'artista – ci fa credere che esistano un'arte antica e una contemporanea. Forse esistono artisti morti e artisti viventi […] ma l'arte è esattamente ciò che va al di là dell'artista, della sua semplice esistenza. L'arte, in fondo, è solo l'opera.”
L'intervento di Evgeny Antufiev all'interno del percorso espositivo del museo archeologico, vuole sottoporlo ad un'affascinante e stimolante verifica: la mostra è una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista contemporaneo. Secondo questa visione il museo archeologico diventa a tutti gli effetti uno spazio d'arte contemporanea, perché – sono parole di Antufiev – ”Noi siamo contemporanei di tutta l'arte che ha visto la luce e si è conservata”.
Il percorso espositivo si articola attorno al Chiostro Maggiore, sotto il portico e all'interno del giardino, per poi srotolarsi lungo l'intero piano terra, e nell'Agorà, appena inaugurata; con interventi in dialogo e in contrappunto con i reperti e gli artefatti del museo tra cui il complesso delle gronde leonine del Tempio della Vittoria di Himerae e la grande maschera della Gorgone.
Negli ultimi anni Antufiev ha esplorato la cultura della Magna Grecia e quella etrusca in Toscana, Lazio e Sicilia avviando un'interessante produzione di lavori in ceramica proprio in Italia – durante una residenza al Museo Zauli – sperimentando terre e cotture differenti, creando speciali patine interamente con materiali organici. Questi artefatti saranno presenti in mostra.
Le ceramiche – così come le fusioni e gli oggetti in legno intagliato – giocano invece con trame speciali: superfici ossidate e/o invecchiate, che evocano antiche scoperte e appaiono come un “dono” rinvenuto nel paesaggio, divenendo parte della natura stessa.
L'esito formale è assolutamente unico, intrigante e labirintico: le opere di Antufiev assumono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, ma inevitabilmente filtrate dalla cultura visiva della sua Siberia oltre che dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.
La mostra è organizzata dall'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana e dal museo archeologico Salinas in collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia.
Evgeny Antufiev (Kyzyl, Tuva, Russia, 1986) vive e lavora a Mosca. Dopo gli studi all'Institute of Contemporary Art (ICA) di Mosca, nel 2009 vince il Kandinsky Prize nella categoria “The young artist. Project of the Year”. In questi giorni è impegnato nella Triennale del Baltico.