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Adesione totale allo sciopero C&T, l’azienda spegne i motori

Alle 8 del mattino navi ferme e il 98% dei lavoratori in sciopero. Per la terza volta in meno di tre settimane la Caronte&Tourist deve affrontare la protesta dei suoi 370 marittimi che si rifiutano di cedere il 25% del proprio stipendio, pena il licenziamento per 94 di loro.

Quando ha visto l'adesione totale allo sciopero (il 2% che sta lavorando è il personale che deve garantire i servizi minimi) l'azienda si è rassegnata e ha fatto spegnere i motori di tutte le navi, a parte l'unica che fino alle 8 di questa sera farà la spola sullo Stretto.

“L'altissima adesione registrata oggi -commenta Pino Foti, segretario generale della Filt Cgil- è la prova della compattezza dei lavoratori, che di fronte ad una richiesta inaccettabile da parte dell'azienda hanno deciso di fare fronte comune. È vero come sostiene il Gruppo Caronte&Tourist che il costo del lavoro è aumentato a causa del venir meno degli sgravi e che l'aumento del carburante e la riduzione del numero transiti sono indicatori negativi nel bilancio di un'azienda. Ma è anche vero che negli ultimi anni si sono persi numerosi posti di lavoro e che gli equipaggi sono passati da 33 a 23. Inoltre, questi ultimi sono stati diminuiti come numero di lavoratori a causa della riduzione delle tabelle di armamento. E mi preme sottolineare che anche se i salari in Caronte&Tourist sono superiori a quanto previsto dal contratto nazionale, non lo sono per caritatevole concessione della , ma grazie ad un contratto ultraventennale che l'azienda ha disdetto proprio all'inizio di questo anno. Quell'accordo, firmato senza alcuna costrizione, è il risultato di anni ed anni di contrattazione. La proposta di Caronte&Tourist è sproporzionata, mira a colpire salario ed occupazione ed a smantellare definitivamente il contratto integrativo. Se l'azienda vuole un confronto serio, ritiri quella proposta”.

Come già è avvenuto in occasione degli scioperi proclamati dal Sima Confsal il 21 settembre e dall'ORSA il 28, allo sciopero di oggi indetto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno aderito i lavoratori di tutte le sigle sindacali. Un'adesione già annunciata nei giorni scorsi e ribadita con maggior forza dopo il comunicato di Caronte&Tourist. Firmato dal responsabile del personale Tiziano Minuti (un passato da duro e puro in Cgil che si è concluso proprio nella Filt) nel comunicato si legge che “da anni il mercato del traghettamento presenta un calo costante e irreversibile. Nel  2002 transitavano da e per la 2 milioni 200.000 auto e 720 mila mezzi pesanti, nel 2011 le auto sono scese a 1 milione 800 mila, mentre tir ed affini sono a quota mezzo milione. Nelle more, il prezzo del carburante è cresciuto in maniera esponenziale. Inoltre, da aprile 2006 è attivo l'approdo di Tremestieri con la conseguente differenziazione del traffico. Quindi, se prima le navi potevano viaggiare con un carico misto e saturare il più possibile la capacità della stiva, da allora ogni nave può trasportare solo auto o solo camion. A parità di traffico, per  mantenere adeguata l'offerta si è dovuto aumentare il numero di navi e degli equipaggi”. Minuti sottolinea anche che dalla fine del 2009 sono stati abrogati i benefici contributivi previsti per la aziende del settore del traghettamento. Fatto questo, che ha determinato un aumento del costo del lavoro del 25%. Secondo Minuti, i salari dei dipendenti del Gruppo C&T sono doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale, mentre nel 2012 entreranno in cassa 8 milioni in meno rispetto all'anno scorso.

Immediata la replica del segretario generale di ORSA Sicilia Mariano Massaro, che giudica “offensivo nei confronti dei lavoratori dichiarare sommariamente che in Caronte&Tourist i salari sono doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale. L'azienda sa che nel settore marittimo la parte economica dettata dal CCNL è elemento di indirizzo che deve necessariamente essere completato e adattato al territorio con le contrattazioni integrative. E Minuti sa benissimo che i salari dei marittimi Caronte&Tourist non sono superiori a quelli pagati dai “competitori” che operano nello Stretto. Minuti accenna al calo del trasportato, ma non parla di operazione in perdita. Quindi, Caronte&Tourist lamenta una diminuzione del profitto programmato, che è cosa ben diversa dalle perdite di capitale investito. Se per una volta Caronte&Tourist ricava “900” invece di “1000” non può chiedere ai dipendenti di tagliarsi lo stipendio. La crisi è crisi per tutti, ognuno deve rimetterci di suo e i lavoratori hanno già dato. L'azienda dimentica con troppa leggerezza le agevolazioni che le sono state concesse in passato a spese di lavoratori e utenza. A partire dal dimezzamento delle tabelle d'armamento in navi in cui non sono state apportate migliorie tecnologiche, fino all'incremento esponenziale del costo di attraversamento: più del doppio di quanto necessario per recuperare l'aumento del carburante. Per non parlare della viabilità cittadina, asservita a costo zero alle esigenze dell'armatore privato”.

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