Durante l'operazione, il traffichino è stato individuato mentre tentava di eludere i controlli, scendendo da un'auto in un'area di sosta e dirigendosi a piedi verso un'uscita di servizio spesso utilizzata dai mezzi di soccorso. Il suo tentativo di fuga è stato vanificato dai poliziotti, che lo hanno rapidamente bloccato nonostante il suo sforzo nel cercare di sfuggire scavalcando una rete di recinzione.
In seguito all'arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio, il traffichino è stato condannato in primo grado a una pena di 4 anni e 5 mesi, accompagnata da una multa di 10mila euro. Tuttavia, in appello, la corte ha accolto le tesi difensive del legale Giuseppe Coppolino, riducendo la condanna a 1 anno e 8 mesi, con una multa di 3400 euro.
Il sequestro dei 20 grammi di crack e 5 grammi di cocaina ha sottolineato l'efficacia delle forze dell'ordine nel contrastare il traffico di sostanze stupefacenti nella zona. La sentenza in appello, che ha ridotto significativamente la pena inflitta, solleva interrogativi sulla gestione del caso e suscita dibattiti sulla proporzionalità delle sanzioni nel contesto della lotta alla criminalità legata alle droghe.