Sono loro, che fino a poco tempo fa avevano una vita senza lussi ma dignitosa, ad essere i più imbarazzati. Devono scegliere tra pagare il mutuo e le bollette e il cibo ed i vestiti. E così vengono a Cristo Re, ancora incapaci di accettare i cambiamenti che hanno subito. Così, se una volta il problema era la “quarta settimana”, adesso anche la terza è diventata un problema e dopo la metà del mese, puntualmente gli ospiti aumentano. In ogni caso, ci avvertono i volontari, la prima regola è niente foto, niente domande, niente storie personali. Davanti al loro atteggiamento pieno di dignità, non si può fare diversamente.
C'è chi si arrangia con qualche lavoretto qua e là, chi invece ha casa ma non riesce ad arrivare a fine mese o pensionati che hanno perso tutto e possono contare solo su una pensione inaccettabilmente irrisoria.
Le presenze oscillano giornalmente tra 80 e 90 persone ed è fratello Drago, responsabile e gestore della mensa e della casa d'accoglienza, che ci fornisce tutte le informazioni e tutti i dati raccolti nei registri giornalieri ed annuali. Scorrendoli, si nota come di anno in anno le presenze alla mensa siano aumentate. Ogni mese si oscilla tra 2000 e 2400, di più sì di meno no, e si è passati dalle 18- 19 mila annuali a non meno di 26 mila presenze. La maggior parte sono uomini. Non solo immigrati, ma anche disoccupati o separati con un lavoro fisso che però, tra un altro affitto e gli alimenti da pagare, non sanno come fare per arrivare a fine mese.
“Dopo molti anni di raccolta di fondi e anche con le offerte -racconta fratello Drago- siamo riusciti nell'ottobre del 2009 siamo riusciti a realizzare la casa d'accoglienza maschile “Padre Annibale”, adiacente ai locali della mensa di Cristo Re, nata per dare ospitalità ai senza tetto. Apre la sera alle 18, è retta anch'essa dai volontari ed offre 13 posti letto con bagni e tv ed una cucina comune. Tra ottobre e dicembre 2009 ne hanno usufruito in 467, mentre nel 2010 sono stati più di 2.300. Tutti i ragazzi che vi sostano -puntualizza- sono completi di documenti e sono opportunamente schedati per essere riconosciuti. Provengono non solo dalla nostra città, ma anche da paesi dell'africa e dell'Est europeo. Inoltre, chi si ferma alla casa d'accoglienza riesce ad ottenere in pochi giorni il permesso di soggiorno in questura, contrariamente a chi invece non conosce queste possibilità ed è lasciato allo sbando, con tempi di attesa lunghissimi”.
A gestire questa mensa da 24 anni sono i Padri Rogazionisti. Inizialmente era nata solo per accogliere gli italiani, poi ha esteso il suo servizio anche a stranieri ed immigrati. Negli anni scorsi il centro è stato modificato, ingrandito e migliorato e adesso dispone anche della sala mensa, di bagni e docce, di una stanza di raccolta e smistamento abbigliamento, di una cappella, di un ambulatorio medico a cui fanno capo 16 medici dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, di una cucina e di un magazzino per il cibo. Tutto gestito nella massima pulizia ed igiene dai volontari, che ogni giorno garantiscono la loro presenza alternandosi senza mai lasciare vuote le giornate, e retto dalle offerte di fedeli e amici che donano cibo e abiti.
I volontari sono persone adulte, disponibili e piene di vita che “amano donare un sorriso a chi ne ha bisogno e fanno del bene per vocazione”. Rispondono tutti così quando gli si chiede la motivazione che li spinge a fare volontariato. Il loro servizio è a pranzo. Si attivano verso le 11, iniziando a cucinare e a sistemare i locali della mensa, poi si pranza dalle 11.45 alle 12.15. Tutto è regolamentato e gli ospiti sono tenuti a rispettare la puntualità e le regole del convitto, a partire dal divieto di bere vino o alcolici.
Ciò che balza subito all'occhio è la loro spontaneità e l'impegno che mettono nel fare questo servizio, stupendo e unico da un lato, ma talvolta anche rischioso perché può capitare che i volontari si trovino a gestire situazioni non troppo piacevoli. “A volte è difficile -racconta al volo mentre lavora una di loro- quando per esempio abbiamo a che fare con persone ubriache o con disagi vari, perché possono reagire male alla minima cosa. Tempo fa un uomo si è arrabbiato furiosamente con noi solo perché non gradiva le pietanze preparate. Il tutto fortunatamente si è risolto poco dopo con l'aiuto di tutti i volontari che hanno gestito l'uomo, calmandolo.”
Oltre a questa grande struttura, a Messina ci sono altri centri d'aiuto, come la mensa serale di Sant'Antonio (sempre dei Padri Rogazionisti) attiva da circa 3 anni, che registra oltre 150 presenze giornaliere. Prima della sua istituzione, la zona centrale era servita da comunità di volontari come Sant'Egidio o gli evangelici. Lo stesso Fratello Drago collabora con la comunità di Sant'Antonio e ci spiega che “chi frequenta la mensa a pranzo a Cristo Re, spesso la sera va a Sant'Antonio, ma solo chi ha la possibilità di spostarsi, perché ci sono persone come gli anziani che non avendo né la forza né i mezzi, non riescono ad arrivare.”
Ci sono anche case d'accoglienza notturne che danno colazione e cena come la Don Orione sul viale Europa, che offre 15 posti letto e gestisce gli extracomunitari ed altre nella zona Sud a Galati e a Santa Margherita piccole, ma nel centro della città, con 4-5 posti letto. Il nuovo progetto dell'Associazione “Padre Annibale” di Cristo Re è la realizzazione di una nuova casa d'accoglienza femminile che sorgerà alle spalle della struttura maschile. “Anche se abbiamo meno richieste -puntualizza fratello Drago- anche la povertà femminile sta diventando una realtà sempre più presente e non abbiamo altra scelta se non quella di attrezzarci adeguatamente”.