Il gruppo, partito dalla Libia, era stato soccorso dalla nave Dignity one dell'associazione Medici senza Frontiere e poi accompagnato a Pozzallo.
Dopo lo sbarco sono state attivate le procedure di preidentificazione della Polizia Scientifica e subito dopo i migranti sono stati trasferiti presso il Centro di primo soccorso ed assistenza (CPSA) di Pozzallo.
La Squadra Mobile grazie a un complesso e articolato lavoro d'indagine e ad alcune testimonianze, ha riconosciuto gli scafisti tra i migranti.