Cinque proposte per rilanciare il trasporto ferroviario in Sicilia. L'iniziativa è del Comitato Pendolari Siciliani, che a dispetto della politica di dismissione del Gruppo FS in Sicilia, non è disposto a cedere sulla possibilità di avere un servizio dignitoso anche nell'Isola. A partire dalla possibilità di acquistare direttamente sul treno il ticket, con la garanzia di non dover pagare alcuna sanzione nel caso in cui la biglietteria e gli altri punti vendita dovessero essere chiusi o di guasti dei self service.
Ma il Comitato chiede anche impegni precisi rispetto ai costi di biglietti e abbonamenti ed alle modifiche degli orari, alla possibilità per abbonati e utenti di poter prendere qualunque tipo di treno in caso di ritardo di oltre 15 minuti o di soppressione del proprio treno senza alcun aggravio di spesa ed alla corresponsione del “bonus” agli abbonati del trasporto regionale in caso di disservizi. Infine, il Contratto di Servizio che Regione e Ferrovie dello Stato ancora devono firmare, dovrà prevedere anche una novità assoluta: l'introduzione ed il rispetto dei criteri e dei parametri che tengano conto della qualità del servizio dal punto di vista dei passeggeri rispetto all'efficienza e all'efficacia.
Queste le proposte che Giosuè Malaponti, coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani, ha inviato al presidente della Regione Lombardo, all'assessore regionale alla Mobilità Russo ed ai dirigenti regionali del settore Falgares e Coniglio e che dovranno essere inserite nel Contratto di Servizio. Pietra dello scandalo da anni, visto che il governo di Palazzo d'Orleans ed il Gruppo FS non riescono a trovare un accordo, in un continuo gioco di rilanci e rimpalli che ha avuto come unico effetto il collasso del sistema ferroviario siciliano.
A dispetto delle garanzie date da dirigenti regionali rispetto ad un incontro con il Comitato Pendolari prima della firma del CdS, tutto è fermo e nessuno, né le associazioni di utenti né i sindacati, conoscono il contenuto del documento. “Tra l'altro- conclude Malaponti- temiamo fortemente che questo ritardo nella firma del contratto possa pregiudicare la ripartizione dei fondi del Governo nazionale per il trasporto pubblico ferroviario e per l'acquisto o la ripartizione del materiale rotabile”.