Le evidenze preliminari acquisite a bordo della Siem Pilot da parte del finanziere a bordo in qualità di liason officer Frontex, nonché le attività investigative svolte dai poliziotti della Squadra Mobile e dai militari della Guardia di Finanza di Palermo, hanno permesso di raccogliere significativi elementi indiziari nei confronti dei componenti dell'equipaggio, individuandone anche i ruoli.
“In particolare – spiegano le Forze dell'Ordine – ne sono stati individuati tre che si occupavano di governare i gommoni e le imbarcazioni di fortuna e, in considerazione dell'elevato numero dei clandestini, del mantenimento dell'ordine a bordo. Tale ultimo ruolo è stato esercitato, talvolta, usando violenza sugli immigrati. Gli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza sono giunti all'individuazione dei tre soggetti anche attraverso l'attenta osservazione dei filmati e delle immagini raccolte a bordo della nave, nonché grazie alle dichiarazioni rese da alcuni migranti. Attualmente, sono in corso indagini volte a verificare l'eventuale appartenenza dei responsabili a una più ampia e violenta struttura organizzativa criminale, dedita al traffico di esseri umani”.
Dalle indagini è emerso, infatti, che i migranti, soprattutto nelle fasi preparatorie del viaggio per raggiungere le coste italiane, hanno subito ogni genere di prevaricazione. Dalla segregazione sotto vigilanza armata all'interno di un casolare nell'entroterra di Sabratain Libia, a circa due miglia dalle spiagge, fino al trasbordo sui gommoni ammassati uno sull'altro. Anche dopo la partenza dalla spiaggia, per 5/6 ore e comunque fino all'avvistamento in lontananza della motonave dei soccorsi, i gommoni sono stati seguiti da altre imbarcazioni con uomini libici armati. Per ogni viaggio, ciascun migrante è stato costretto a versare ai trafficanti senza scrupoli, somme tra i mille e 200 e i 3 mila e 500.