Nel verificare la planimetria dell'area aziendale, i finanzieri si sono accorti che nel retro erano nascosti, tra la vegetazione, svariati serbatoi in plastica, della capacità di mille litri, pieni, probabilmente, di gasolio miscelato con altri additivi. Gli scavi effettuati, con il supporto dei vigili del fuoco, hanno permesso di accertare come i fusti fossero collegati con la colonnina del gasolio.
“I primi sospetti – spiegano dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza – erano sorti già dalle prove di erogazione del prodotto che avevano dato dei risultati poco rassicuranti agli occhi esperti dei militari che avevano, peraltro, constatato la quasi totale assenza di gasolio nel serbatoio dichiarato.
Si tratta – aggiungono dalla Finanza – di un vero e proprio impianto abusivo privo di autorizzazioni, senza un certificato incendi idoneo alla struttura ed al suo deposito, ma soprattutto dedito alla sistematica vendita di un prodotto proveniente da un canale parallelo che oltre ad essere completamente in nero, non garantisce la qualità sufficiente al consumatore finale”.
Le verifiche si sono concluse con il sequestro dell'intero impianto, composto da tre colonnine, tre serbatoi interrati dichiarati e sette fusti di plastica abilmente occultati, per un totale di quasi otto mila litri di carburante e alla denuncia di due soggetti palermitani. I campioni di carburante saranno sottoposti ad analisi presso il Laboratorio Chimico di Catania per verificare il rispetto degli standard qualitativi imposti dalla normativa di settore a tutela dell'ambiente.