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#Palermo. Chiedeva il pizzo, la Finanza gli sequestra un patrimonio da 400 mila euro

Maxi sequestro di beni per il quarantanovenne palermitano Ignazio Romano. Imprese, beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 400 mila euro. Era stato condannato l'anno scorso per tentata estorsione, dopo la denuncia di alcuni associati ad Addiopizzo.

Il sequestro è scattato in seguito alle indagini del GICO della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno evidenziato come i beni siano da considerarsi il frutto delle attività illecite o il reimpiego dei relativi proventi, in quanto sono risultati essere di un valore palesemente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dai due soggetti e dai componenti dei rispettivi nuclei familiari.

Il Nucleo di Tributaria della Finanza, in esecuzione di un decreto di sequestro della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, ha sequestrato a Romano: una ditta individuale che opera nel settore edilizio, un salone di parrucchiera, quote sociali relative di una  edile, un  e disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli, deposito nominativo, buoni fruttiferi) per un valore di 403 mila euro.

“Sin dagli anni 90 – si legge in una nota del Comando Provinciale di  Palermo della Guardia di Finanza – Romano è stato più volte condannato per reati contro il patrimonio ed è considerato persona socialmente pericolosa e dedita a traffici delittuosi.

Nel maggio 2012 è stato arrestato in flagranza di reato dalla Polizia per tentata estorsione aggravata, a seguito di denuncia presentata da diversi commercianti di Palermo. Nel giugno dello stesso anno il GIP del Tribunale di Palermo ne ha ordinato l'arresto. Romano era accusato di estorsione commessa con altri soggetti ed aggravata dal metodo mafioso“.

Secondo le indagini, Romano, in concorso con altre persone, avrebbe richiesto la cosiddetta messa a posto ad alcuni commercianti di Palermo, delle zone ricadenti nel mandamento mafioso di Resuttana. Nel 2014 è stato condannato dalla Corte d'Appello di Palermo a 4 anni e 6 mesi di reclusione.

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