„Quando è morto il mio cane -racconta una nostra lettrice, C. T. P., che preferisce restare anonima- nonostante la grandissima sofferenza mi sono dovuta arragiare da sola. Nonostante fosse regolarmente microchippato, quando ho telefonato alla struttura di viale Gazzi mi hanno risposto che il Comune non ha i mezzi per rispettare le normative, che prevedono che la sepoltura sia di competenza dell'amministrazione, e che avrei dovuto provvedere io stessa alla sua sepoltura. Ovviamente l'ho fatto. Ma dopo una giornata di angoscia, facendo mille telefonate e chiedendo aiuto ad amici e parenti, visto che fino a quel momento ero convinta che la responsabilità della sua sepoltura non fosse mia“.
“Al momento del decesso del proprio cane -spiega la signora Frisone, impiegata del dipartimento comunale competente- il padrone ha due alternative: l'inceneritore a pagamento o il seppellimento in un terreno privato. I cani randagi che vivono nel canile, sono di proprietà del Comune, sono stati registrati all'anagrafe canina ed alla loro morte c'è una ditta specializzata che si occupa dell'incenerimento e dello smaltimento del corpo. Una volta avvenuto ciò, il Comune provvede anche alla dichiarazione della morte e all'eliminazione del microchip. Discorso diverso per il privato. IL proprietario può decidere di seppellirlo nel proprio terreno, qualora ne possedesse uno o chiamare una ditta che si occupa a pagamento dello smaltimento dell'animale“.
Da anni si discute di realizzare anche a messina un vero e proprio cimitero per cani, ma tutto è ancora fermo solo alle discussioni e non c'è nulla di concreto. Tutto è lasciato alla buona volontà del singolo, anche se è in regola con la legge. Tra l'altro, chi non è bene informato rischia di incorrere in errori o di essere multato, come può capitare per chi è colto in fragrante mentre seppellisce o abbandona il corpo del proprio cane in un terreno pubblico o che appartiene ad altri.