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#Messina. Salario accessorio dei dipendenti comunali, FP Cgil vs Revisori dei Conti

Foto Paolo Furrer
Foto Paolo Furrer

Sul salario accessorio botta e risposta tra la FP Cgil di Messina e il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune.

Da un lato il sindacato, che accusa: “Le somme dovute sono un optional per i tanti dipendenti comunali, che ancora aspettano di avere accreditato il salario accessorio del 2014 dopo lo stop da parte dei Revisori dei Conti, che il 16 aprile scorso hanno richiesto dei documenti nonostante abbiano ricevuto la documentazione a fine dicembre”.

“Un ritardo di 4 mesi è illegittimo -chiosa il segretario generale della FP Cgil . I revisori hanno il dovere di rispondere entro 15 giorni. Se questo non avviene, il Comune ha l'obbligo di liquidare quanto spetta ai lavoratori”.

Il Collegio dei Revisori dei Conti ha infatti richiesto all'amministrazione comunale una serie di documenti in merito alla delibera n° 56 del 29 dicembre scorso, relativa al Fondo per le risorse decentrate del 2014 dovute ai dipendenti di Palazzo Zanca e al personale precario.

“La documentazione richiesta che la Ragioneria Generale non ci ha mandato -spiega il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti Dario Zaccone– riguarda l'attestazione della copertura finanziaria del Fondo e l'effettivo raggiungimento degli obiettivi previsti. Non c'è alcuna volontà di danneggiare i lavoratori, sia chiaro, e non abbiamo dato alcun parere negativo: abbiamo richiesto solo i documenti che attestino la corretta costituzione del Fondo. Non neghiamo i ritardi, ma sono stati determinati esclusivamente da scadenze pressanti quali i Bilanci di Previsione e Consuntivo e la revisione del di Riequilibrio”.

Intanto il segretario generale Antonio Le Donne ha comunicato che venerdì prossimo convocherà i responsabili di settore per concordare la risposta da fornire ai Revisori e al sindacato.

“Nel frattempo -accusa il segretario Crocè- i lavoratori, specialmente i monoreddito e i precari, per pagare mutui, bollette e tasse devono attendere gli esiti di una burocrazia che ormai è intollerabile“.

Per quanto riguarda poi il nodo della stabilizzazione del personale a contratto, Le Donne ha dichiarato di essere disponibile a convocare un tavolo, ipotizzando un contratto a 12 ore settimanali. “Lo invitiamo a non dare i numeri al lotto! -incalza la Crocè. Siamo ancora in attesa del tavolo tecnico e non abbiamo contezza del piano di fabbisogno triennale dopo le modifiche apportate dalla Commissione del ministero dell'Interno. Il segretario generale provveda all'immediata convocazione dei sindacati”.

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