Il ricordo della collega Eleonora Iannelli
Un breve ricordo personale, omaggio a Lino Bitto. Non lo frequentavo da molti anni – la vita inesorabilmente unisce e divide amici, colleghi, conoscenti – spesso in modo casuale e al di là della nostra volontà – ma stamattina sono rimasta davvero molto turbata. No, non è possibile!
Lo seguivo, ogni giorno, nei suoi servizi televisivi da Messina, con simpatia, con ricordo affettuoso, con sincero compiacimento per “avercela fatta”. E lo vedevo sempre, con la sua faccia sbarazzina da ragazzino, come quando divenne direttore di una televisione privata messinese, Telespazio, dove io muovevo i primi passi alla fine degli anni Ottanta, inizi Novanta. Una palestra di giornalismo e un vivaio di giovani, in gran parte destinati a diventare firme autorevoli e volti conosciuti.
Rievoco, come se fosse ieri, la sua pacatezza, il suo mettere sempre la buona parola, il suo savoir faire nelle tribune politiche di allora, la sua capacità di ascoltare diseredati e manifestanti che non mancavano mai, la sua passione per il calcio, l'ospitalità a casa sua con la moglie, appena sposati. E soprattutto il suo rispetto per colleghi e collaboratori, ai quali dispensava, con generosità, consigli pratici e “dritte”, iniziandoci all'attività di cronisti. Poi ho saputo di un periodo difficile, di sacrifici e lunghe gavette, fino alla meritata assunzione in Rai. Oggi questo brutto colpo del destino. Ti abbracciamo, Lino.