Con l'ausilio di tecnologie avanzate, saranno eseguiti rilievi topografici, LIDAR (laser scanner), termografici, GPR (Ground Penetrating Radar) ed indagini geofisiche (sismiche ed elettriche). I risultati consentiranno di elaborare una rappresentazione dello stato di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee. Responsabili scientifici per l'Ateneo sono stati nominati i docenti Candida Milone (coordinatore), Giovanni Randazzo e Concetta De Stefano.
“La convenzione siglata con l'Autorità Portuale -afferma il rettore dell'Università di Messina pietro navarra– va oltre il Patto per la Falce e il Piano Regolatore del Porto. Rappresenta, infatti, un'ulteriore azione che dà continuità a una prima fase rappresentata proprio dal Patto per la Falce e dà concretezza alle intenzioni di recupero dell'area. Tutte le operazioni di caratterizzazione sono necessarie per la bonifica, poiché permetteranno di individuare il livello di inquinamento. È questa un'ulteriore conferma di come Ateneo e Autorità Portuale, accompagnati dal lavoro di tutti gli altri enti coinvolti, a cominciare dal contributo indispensabile e prezioso dall'assessorato regionale al Territorio e Ambiente e della Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, abbiano intrapreso con assoluta decisione un percorso virtuoso, che dovrà portare alla restituzione alla città della Zona Falcata”.