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Loro chi?

Loro chi?

Paese:

Genere: Commedia

Durata: 95 minuti

Regia: Francesco Micciché/Fabio Bonifacci

La coppia Micciché-Bonifacci presenta un film che cerca di miscelare sapientemente il genere della commedia italiana con dei tocchi di road movie e tentando di rinverdire i fasti di un genere che in Italia qualche anno fa aveva prodotto pellicole piacevoli e degne di nota.

David ha un lavoro tranquillo in azienda e tutto ciò che sogna è una vita altrettanto tranquilla con la propria fidanzata, di proprietà e magari una promozione di tanto in tanto. L'occasione si presenta quando deve presentare un rivoluzionario brevetto, ma quella stessa notte l'incontro con Marcello stravolgerà tutto: in poche ore infatti David perde casa, lavoro e fidanzata e si vede costretto ad imbarcarsi in una nuova tipologia di lavoro. Se così si può chiamare…

“Loro chi?” diverte. È piacevole da gustare come una bevanda fresca in un pomeriggio assolato, anche se lungi dall'essere perfetto. Rappresenta un caso emblematico di come un film si possa definire riuscito solo quando le singole parti da cui è composto sono tutte solide e possono sostenere l'opera anche se uno degli elementi che lo compone, cede.

La regia difatti seppure dignitosa, pecca un po' di ingenuità e chi scrive ritiene che anche a livello di produzione il film risenta di una certa mancanza di mezzi e fondi. A parte questo però funziona tutto, dalla colonna sonora alla sceneggiatura, dalla bravura degli alla chimica e al coinvolgimento col pubblico che sono in grado di creare.

A far la parte del leone è ovviamente Marco Giallini, sempre bravo anche se dovrebbe davvero tentare di uscire da questo dialetto romanaccio che lo limita senza se e senza ma. Il film ricorda pellicole più desuete e certamente efficaci anzi indimenticabili come “I soliti ignoti” o “Operazione San Gennaro”, ma la sensazione che si ha una volta usciti è che lo faccia inconsapevolmente. Sì perché l'idea che rimane è che il film più che omaggiare queste pietre miliari della commedia italiana, voglia orientarsi verso tutt'altro genere di pellicole d'oltreoceano come “The Italian job” o la saga di Ocean's Eleven.

È uno di quei casi in cui, anche se non si è raggiunto l'obiettivo prefisso, il risultato finale rimane comunque gradevole e, per certi versi, migliore di quello che si era inizialmente sperato. Consigliato a tutti. Ma proprio a tutti.

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