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London boulevard

Paese: Regno Unito, U.S.A.

Genere: Drammatico

Durata: 104 minuti

Regia: William Monahan 

La cosa che più salta agli occhi in questa pellicola è senza dubbio l'impronta anni '70 che traspare fin dai titoli di testa e dalle musiche.

Mitchell dopo un periodo di detenzione in carcere, esce con tutte le intenzioni per mettersi sulla buona strada. Aiuta Billy, un suo amico gangster di mezza tacca in qualche lavoretto senza pretese e conosce Charlotte, un'attrice popolare letteralmente perseguitata dai paparazzi a causa di certi scandali. La ragazza però vuole solo essere lasciata in pace e la sua vulnerabilità colpisce Mitchell che accetta il ruolo di guardia del corpo e gorilla per i paparazzi.

Gant, un grosso malavitoso londinese che ha alle dipendenze Billy, l'amico di Mitchell, ha messo gli occhi sulle ricchezze e sulle macchine d'epoca possedute da Charlotte e vuole che Mitchell lo aiuti a trafugarle. I suoi ripetuti rifiuti portano Gant a giocare sempre più sporco. Per tenere al sicuro Charlotte, Mitchell decide di tentare qualsiasi cosa. Anche venire meno alla promessa fatta a se stesso.

È un dramma dove perdono tutti, questo “London Boulevard”: chi perde la vita, chi l'amore, chi la libertà, in una Londra anonima, grigia, rumorosa e triste, dove nessuno fa niente per niente e l'essere umano mostra il peggio di sé. Tra Colin Farrell (Mitchell), Keira Knightley (Charlotte), Ray Winstone (Gant), David Thewlis (Jordan), chi è meno appariscente è forse la Knightley, ma non per questo si può dire che la performance sia sottotono. Quello che invece salta più agli occhi è David Thewlis. Anche se il suo non è un ruolo da protagonista, il suo Jordan è forse l'unico personaggio che ti resta attaccato addosso anche dopo la fine del film. Anni '70, si diceva e lo si dal più piccolo particolare, anche dalla delineazione della storia e del protagonista, duro e di poche parole solo perché la durezza è l'unico stile di vita che ti può far sopravvivere in un mondo sporco. Consigliato ai nostalgici dei film di Maurizio Merli.

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