“Tra le ragioni addotte a discolpa del mio assistito -spiega il difensore- l'essere stata l'attività di presidente della sub commissione condotta sempre in assoluta unanimità tra tutti i componenti, l'essersi attenuta rigorosamente la sub commissione ai criteri della commissione ministeriale di gara, il non avere mai intrattenuto alcun tipo di rapporto o di contatto con alcuno degli imprenditori offerenti o dei suoi collaboratori, l'avere ricevuto, anche da parte del Consiglio di Giustizia Amministrativa, conferma istituzionale sulla correttezza dell'operato e delle decisioni. Inoltre, in sede di interrogatorio di garanzia abbiamo lamentato il fatto che a fronte di 3 lunghi anni di indagini preliminari non siano stati mai sentiti né i componenti della sub commissione che in base all'impostazione accusatoria avrebbero turbato la gara né i componenti la commissione ministeriale di gara, che avevano anche sottoscritto una relazione ufficiale di piena condivisione dell'operato della stessa”.
Il GIP Mastroeni, pur confermando la fondatezza dell'impianto probatorio a carico di tutti gli indagati, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per Sceusa, dando atto del “rilievo pregnante della fase degli interrogati”, dell'importanza della documentazione prodotta dalla difesa, dell'assenza di contatti e intercettazioni illeciti e di provvedimenti favorevoli alla ditta o relativi accordi illeciti da parte dell'indagato.