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Cantieri lavoro, la protesta continua

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Un presidio dei mesi scorsi a

Ormai è un appuntamento consolidato. Il Comune non paga gli 80 operai impegnati nei 12 Cantieri Lavoro finanziati dalla Regione e a metà del mese, dopo due settimane di “vedremo” e di “stiamo lavorando per voi” dei funzionari di Palazzo Zanca, puntuale arriva la protesta dei lavoratori.  Ancora una volta le somme destinate ai salari non sono state erogate e da giovedì scorso un gruppo di operai presidia il Comune. Questa volta, i ritardi non riguardano solo l'ultimo stipendio, quello di , ma in alcuni casi anche quello di agosto.

Giovedì scorso una delegazione di lavoratori, accompagnata del segretario provinciale della Fillea Cgil Daniele David, ha fatto la spola tra uffici e assessorati per cercare di capire che sosa abbia provocato il corto circuito ancora una volta, ma hanno solo potuto constatare che è ancora tutto bloccato. Fino a ieri mattina li hanno tenuti buoni con la promessa di pagare tutto tra lunedì e martedì, ma se anche questo impegno sarà disatteso gli operai hanno già minacciato nuove forme di protesta.

Tra l'altro, la trafila per il pagamento dei salari non è difficile da gestire. L'ultimo giorno del mese il personale addetto degli uffici comunali dovrebbe prendere le presenze e trasferirle alla Ragioneria Generale che a sua volta, dopo avere espletato tutti i passaggi di propria competenza ed avere completato le buste paga, dovrebbe girare tutto all'Ufficio Provinciale del Lavoro. Qui solo un timbro e poi l'incartamento dovrebbe rientrare in Comune per la trasmissione alla Tesoreria Generale, che a sua volta provvederà ad inviare tutto a Palermo, da dove dovrebbe arrivare il via libera ai pagamenti. “Per tutte queste operazioni sono necessari al massimo 2 giorni -dichiara David- invece ancora una volta dobbiamo constatare che il Comune impiega mediamente una settimana per ciascun passaggio. I lavoratori sono allo stremo ed è inaccettabile che per ottenere quello che spetta loro di diritto siano costretti ogni mese a protestare pubblicamente”.

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