Del resto, quando la Giunta si è insediata nel 2008 proprio lo stesso Coglitore ha scritto a Buzzanca avvertendolo dello stato di criticità in cui versavano le casse municipali e ipotizzando di valutare la possibilità già allora di dichiarare il dissesto.
Raccomandazioni rimaste lettera morta e adesso, mentre il Titanic affonda, la soluzione dell'esecutivo è quella di alzare le tasse locali e di continuare a puntare sulla vendita dei gioielli di famiglia, che però, come confermano le aste andate deserte, sono rimasti pressoché invenduti.
Insomma, anche se non si è dei geni dell'economia, è evidente che il Comune sta affondando in un mare di debiti e che l'esecutivo sembra l'orchestra del Titanic che continua a suonare come se nulla fosse. Anche perché, la Corte dei Conti ha rilevato irregolarità basandosi sul bilancio presentato dall'amministrazione. Bilancio che non ha mai tenuto contro dei debiti dell'atm (65 milioni) e di Messinambiente (29), delle centinaia di milioni di crediti mai esatti e degli oneri pesantissimi che aumentano di anno in anno per il contenzioso: il Comune non paga perché le casse sono vuote e i fornitori fanno causa.
Quantificare il debito reale non è semplice. Luigi Beninati, responsabile del settore economico per il PD cittadino ritiene che superino abbondantemente i 400 milioni, il presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Zanca Giuseppe Melazzo lo valuta in 300. In ogni caso, sono cifre stratosferiche, ben lontane dai 50 milioni di cui parla la delibera della Giunta, che ancora una volta propone nella delibera presentata in Aula di sanare ogni cosa “con entrate di pari importo da proventi dalle alienazioni immobiliari (25 milioni per l'esercizio 2011) e con mutui Cassa Depositi e prestiti”, ed è ben chiaro che il Patto di Stabilità è stato abbondantemente violato a dispetto delle rassicuranti dichiarazioni del sindaco e dei suoi assessori. E che l'esecutivo prometta che i 21 milioni di debiti dell'ATO 3 saranno pagati dalla Regione, ma su questo punto non ci sono certezze, non è che migliori poi tanto la situazione.
Intanto lunedì in Consiglio si dovranno votare due emendamenti, uno del presidente del civico consesso Pippo Previti e l'altra dell'amministrazione.
“Per quanto mi riguarda io voterò contro -dichiara Melazzo- perché il bilancio presentato non è basato su dati reali. Non è pensabile che non contenga i debiti delle partecipate, tanto per dirne una. Ma sono comunque sicuro che gli emendamenti passeranno. La vera resa dei conti arriverà a maggio, quando si procederà alla verifica del consuntivo 2011 e allora credo che ci sarà ben poco da fare: sarà dissesto”.
Durissima ovviamente la presa di posizione del PD, che un'ora prima della seduta del Consiglio ha convocato una conferenza stampa. Quello che deve essere chiaro -ha dichiarato il segretario cittadini del PD Peppe Grioli- è che è che il dissesto non è una scelta politica. La Corte dei Conti ha chiesto delle risposte che dovranno essere fornite entro il 28 febbraio e sulla base di come l'amministrazione affronterà la cosa si deciderà il futuro della città”.
“Il patto di stabilità è stato violato per gli svincoli -ha dichiarato il capogruppo dei consiglieri diessini Felice Calabrò. Opera legittima e necessaria ovviamente, ma come è possibile che il sindaco non sia riuscito ad ottenere i fondi per continuare quest'opera dal governo amico, che invece ha elargito somme a Catania e Palermo per salvare l'una dal dissesto e l'altra dai problemi relativi alla raccolta rifiuti? La pochezza di questa Giunta non si è rivelata solo nella gestione della città ma anche nei rapporti a livello nazionale, perché hanno dimostrato di non contare nulla”.