All'esito dell'istruttoria dibattimentale, il difensore dell'imputato, l'avvocato Alfio Chirafisi, ha sostenuto la mancanza di credibilità della denunciante che aveva cambiato versione dei fatti più volte. Ad avvalorare la tesi dell'imputato che si dichiarava del tutto estraneo, deponeva la mancanza in atti dei tabulati telefonici ed il fatto che la donna avesse riferito, in una delle versioni rilasciate, che il molestatore fosse di giovane età, mentre l'uomo è un soggetto “maturo”. Anzi, proprio R.C. ha sostenuto in aula il contrario, ovvero che veniva molestato dalla denunciante.